ALLA FINE DELLA TERRA
Issr/La Tesi di Laurea di Dolores Nuzzo: Il Pellegrinaggio verso Leuca.
Che cos’è il pellegrinaggio?
Il pellegrinaggio è un percorso di apertura a visioni nuove e più ampie, di uscita dal guscio della ritualità, confronto con gli altri e spinta verso l’incrocio delle culture. Per questo il termine “pellegrino” viene usato con l’accezione di straniero o viandante. Peregrinus è un termine affermatosi nell’alto medioevo e stava ad indicare individui che percorrono il territorio esterno della città e il suo cammino è un rito comunque alla maggior parte delle religioni; in particolare nella Bibbia è inteso come cammino dell’uomo verso la felicità, destino per cui Dio ci ha creato.
Qual è la sua importanza?
Il pellegrinaggio, pratica che nel corso dei secoli ha coinvolto ogni tipo di classe sociale, ha un valore simbolico: alcuni lo compiono mossi da un profondo sentimento religioso e penitenziale; altri, invece sono alla ricerca di un incontro con la fede per la prima volta; altri ancora per recuperare la fede perduta. Pertanto, riassumendo, il pellegrinaggio è camminare insieme nella fede.
Quali sono le mete più conosciute in Europa?
Di sicuro i più conosciuti sono quelli che portano verso San Giacomo di Compostela in Spagna, San Michele Arcangelo in Italia e Lourdes in Francia. Il primo, situato in Galizia conserva i resti dell’apostolo Giacomo detto il Maggiore, fratello dell’evangelista Giovanni. Il santuario di San Michele Arcangelo è sito, invece, a Monte Sant’Angelo, al centro del Gargano, dove si conserva la cinquecentesca statua marmorea a lui dedicata. Il santuario di Lourdes, poi, è ai piedi dei Pirenei francesi e il suo pellegrinaggio è dovuto alla famosa apparizione della Vergine alla giovane Bernadette, l’11 febbraio 1858.
Cripta Madonna di Coelimanna a Supersano
Abbiamo un solo esempio italiano?
No, in realtà in Italia ci sono molte mete di pellegrinaggio, forse meno conosciute, ma degne di nota. Negli itinerari pugliesi altomedievali, per esempio, compare anche quello verso il Santuario di San Nicola a Bari e ci sono notizie più tarde che vedono i pellegrini anche presso il Santuario di Santa Maria di Leuca. Nell’anno 1300, si afferma nelle Cronache di Lecce, un pellegrino oltremontano si apprestava a raggiungere la chiesa di Santa Caterina di Galatina e di Santa Maria di Leuca (dove quel 1300 è da intendersi come ultimo decennio del XIV secolo, quando fu costruita la chiesa galatinese).
Quindi nel Salento c’erano solo due luoghi di culto?
In effetti no. Il Salento antico presentava percorrenze trasversali che mettevano in comunicazione. Lo Jonio con l’Adriatico, Taranto con Brindisi e Gallipoli con Otranto. Di conseguenza gli edifici di culto incardinati nel percorso furono: la chiesa di Santa Maria di Sombrini e Madonna di Coelimanna a Supersano; la chiesa della Madonna della Serra a Ruffano; la chiesa di Sant’Elia a Cardigliano di Leuca.
Quali sono le loro caratteristiche principali?
La chiesa di Santa Maria di Sombrino a Supersano, per esempio, risale al XIII secolo e, nonostante ad oggi sia poco più che un rudere, è ancora possibile ammirarne affreschi e iscrizioni. La chiesa-cripta della Madonna di Coelimanna, invece, ospita una splendida volta e un’icona in cartapesta della Vergine incastonata nell’altare a Lei dedicato, oltre alle diverse immagini affrescate di Cristo e dei santi, risalenti dal X al XIV secolo. L’antichissima chiesa di Santa Maria della Serra a Ruffano, poi, nonostante sia stata più volte oggetto di lavori di restauro nel corso del tempo, conserva ancora il cinquecentesco affresco raffigurante la Madonna del Latte, una delle immagini popolari più famose dell’Europa tre-quattrocentesca. Infine a Cardigliano di sotto, sempre nel feudo di Ruffano, si rinviene un insediamento archeologico, il cui centro è la distrutta chiesa medievale di Sant’Elia.
Che notizie ci sono, invece, sulla Chiesa di Santa Maria di Leuca?
Leuca, come sappiamo, è sita sul punto più estremo del tacco d’Italia e, per questo, conserva una ricca storia legata anche alle religioni pagane. Sul promontorio di punta Meliso, ad esempio, vi era un tempio dedicato a Minerva che nel 43 d.C. fu consacrato alla Madre di Dio dall’Apostolo Pietro. Un primo noto miracolo ad opera della Vergine risale probabilmente al 13 aprile del 365, quando la popolazione leucana fu salvata da una forte burrasca. Sull’altare maggiore, costruito in marmo nel 1726, è collocata la tela miracolosa della Madonna di Leuca, realizzata dal pittore Jacopo Palma il Giovane, di scuola veneziana. In realtà, quella che noi vediamo é solo parte di una tela più ampia: le fonti scrivono che nel 1624, durante l’assedio degli algerini, il dipinto fu gettato nel rogo, ma, miracolosamente, si salvò la parte centrale con il volto della Vergine e del Bambino.
Eugenia Quarta


















