Capitale della Cultura/Sfida perenne
La Festa per la candidatura europea non è stata effimera espressione di un’utopia. Si è mostrata la Lecce che, con il Salento tutto, da sempre ci appartiene. La città splendida. Ricca di una storia scritta, con l’intera provincia, dalla presenza di tante civiltà e proposta dall’ammaliante esplosione dell’arte e soprattutto del barocco che rende straordinario il centro storico e tante località salentine.
Un complesso di relazioni individuali e sociali capaci di fare rete nella partecipazione, nell’accoglienza all’interno di un contesto che coinvolge antropologia e ambiente e che, diversamente dalla recente cronaca di degrado dei costumi, fa riferimento ai comuni riferimenti valoriali. Un decoro, un rispetto di tutti, una fraternità molto diversi dallo scadimento di tanti modi di agire, a volte vero imbarbarimento dei comportamenti.
E così l’esaltante giornata con i commissari europei non è stata frutto di una magia, ma la rivelazione di quell’antica e perenne dimensione umana della nostra gente che ha fatto emergere la vitalità di una comunità culturale che anima una meravigliosa civiltà. E che, indipendentemente dal prossimo verdetto europeo, non possiamo tradire.

















