City Angels a Lecce/Angeli notturni in giro per la città
Volontari di strada pronti per ogni emergenza. I senzatetto, obiettivi privilegiati.
I City Angels si definiscono “volontari di strada d’emergenza” con lo scopo di assistere gli emarginati e tutelare i cittadini vittime di delinquenza. Si riconoscono dalla loro divisa che ha il principale scopo di omologare le differenze, composta da basco blu, simbolo delle forze Onu portatrici di pace, e giubba o maglia rossa con un logo, l’aquila che protegge la città. Ogni Angelo ha un nickname con il quale si presenta.
Il volontariato di strada si manifesta in diversi modi, dalla distribuzione di cibo e coperte, al servizio di sicurezza ad altre attività socialmente utili. Ogni anno, dal 2007, tutte le sedi d’Italia si incontrano a Rimini, per dialogare e scambiarsi esperienze. L’ultimo raduno si è appena svolto, il 26 e il 27 ottobre scorsi. Per conoscere meglio i City Angels e guardare più da vicino quella parte della città che spesso rimane nascosta ai nostri occhi, siamo andati a colloquio con il coordinatore della sede di Lecce, Mario Ferro, nickname “Fuego”.
Mario, da quanto tempo ricopri il ruolo di coordinatore?
Sono coordinatore da quasi due anni, dopo essere stato prima semplice Angelo e poi vice.
Quanti sono i City Angels a Lecce?
Abbiamo iniziato in tre nel 2011, poi siamo diventati dieci ed attualmente abbiamo raggiunto i ventiquattro iscritti. Però, gli attivi, quelli che già operano sul campo sono sedici.
In cosa consiste il lavoro sul campo?
Abbiamo l’obbligo di fare un’uscita alla settimana; in base alla disponibilità di ciascuno, si stabiliscono i turni. I City Angels non escono mai soli, ma sempre in gruppi formati da un minimo di tre e un massimo di cinque persone con un caposquadra che ha il compito di proteggere il suo gruppo e di prendere le decisioni più appropriate. Dico proteggere perché la strada, alle volte, può dimostrarsi pericolosa e occorre fare attenzione.
Come si fa a diventare un City Angels?
Per prima cosa si sostiene un colloquio con il coordinatore o con il responsabile operativo delegato. Qualsiasi persona che lo voglia, con cuore, può far parte dell’associazione, di qualsiasi razza o religione o credo politico. Certo, deve essere in grado di camminare molto e deve saper reggere situazioni emotive a volte difficili. Per questo, capita che il coordinatore faccia dei piccoli test, provocando il candidato per constatarne le reazioni, per capire se è rissoso o è capace di autocontrollarsi. In seguito, l’iscritto fa un corso di formazione al termine del quale può iniziare l’attività sul campo. In sostanza, il percorso prevede una “gavetta”, si comincia con l’essere angelo semplice, poi si diventa vicecapo e poi caposquadra. Comunque, regole a parte, siamo tutti uguali, le differenze sono solo nelle responsabilità.
Come si può fare per aiutare i City Angels?
L’associazione è sempre aperta a nuove persone. Ma, a parte l’aiuto pratico, per noi è importante soprattutto la solidarietà, l’informazione e il passaparola. Abbiamo sempre bisogno di donazioni come coperte, vestiti, giocattoli. Non chiediamo soldi. Sarebbe tuttavia una menzogna dire che non ne abbiamo bisogno perché ci autofinanziamo. Riceviamo anche cibo, solo sigillato dai privati, per una questione di igiene e cibi cotti da tutti i donatori certificati.

















