De Fabrizio: “Scuole insicure e senza soldi? Dai Dirigenti un’azione corale”
Vi sono positività?
Certamente il capitolo che riguarda i controlli, in particolare quelli condotti dall’Asl risultano mirati e salvaguardano i principi di sicurezza nella loro essenzialità. Altro aspetto, che vorrei sottolineare in positivo, è quello che concerne la diffusione della cultura della sicurezza non solo per l’operatore e il datore di lavoro, ma anche al loro ambito familiare. Proprio sulla attuazione di questa modalità di diffusione della cultura della sicurezza, l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Lecce, ha avuto un ruolo particolarmente attivo proponendo al Prefetto di allora, dott. Gianfranco Casilli, e al Coordinatore dell’Ufficio Scolastico Territoriale un protocollo di intesa per offrire gratuitamente alle scuole la nostra esperienza di formatori della sicurezza – 2800 ingegneri, tiene a precisare il Presidente De Fabrizio – consapevoli che proprio gli scolari e gli studenti avrebbero potuto sensibilizzare sui temi della sicurezza i proprio familiari. Sono convinto che un operaio avrebbe indossato i dispositivi di protezione individuale (casco, guanti, occhiali ecc.) se a ricordarglielo fosse stato suo figlio piuttosto che un ingegnere con la minaccia di allontanamento dal cantiere per mancato utilizzo dei DPI. Inoltre, avremmo inciso nella formazione delle nuove generazioni di lavoratori.
Come nacque e si estese la collaborazione con Prefettura e Provveditorato?
Il Prefetto Casilli, molto attento ai temi della sicurezza, accolse la nostra proposta con entusiasmo e istituì un tavolo tecnico dal quale scaturirono azioni efficaci. Nel 2008 seguì alla guida del Palazzo del Governo il Prefetto Tafaro, che dimostrò interesse e attenzione al protocollo di intesa. Dall’attuale Prefetto, la dott.ssa Perrotta, al nostro Ordine non è mai giunta alcuna convocazione in merito a tematiche di sicurezza, nonostante il tavolo tecnico sia istituito e preveda la rappresentanza degli ordini professionali delle professioni tecniche (ingegneri, architetti, periti e agronomi, geometri) il Cpt (Comitato Paritetico Territoriale) organismi rappresentativi del mondo produttivo, dei lavoratori e delle Amministrazioni Pubbliche.
L’analisi di quanto riportato dalla cronaca dei giorni scorsi indurrebbe ad un mutamento di rotta nella considerazione del rapporto tra quotidianità e sicurezza…
Comprendere e intervenire sulle problematiche della sicurezza relative alla quotidianità oltre che al mondo del lavoro. Un approccio più ampio, a 360 gradi per determinare un percorso di cambiamento culturale che possa determinare effetti concreti nella vita di tutti i giorni; questo è l’obiettivo deliberato nelle scorse settimane dal Consiglio dell’Ordine da me presieduto e che sarà operativo nella seconda metà dell’anno. Abbiamo bisogno di strade più sicure per limitare al massimo il pericolo di incidenti, abbiamo bisogno di case più sicure, per non dover riflettere e cercare le ragioni di un disastro all’indomani di un sisma, di un grave evento climatico o addirittura di quello che sembrerebbe un crollo spontaneo. Quindi sicurezza sui luoghi di lavoro, ma anche a casa, a scuola, sicurezza informatica ogni volta che si accede alla rete o si utilizza un computer. In tali ambiti, la figura dell’ingegnere è quella che esprime la maggiore competenza e pertanto terremo una serie di incontri per rilanciare la nostra proposta di collaborazione a cominciare dalle scuole. La tragedia che ha colpito l’intera comunità scolastica cittadina poche settimane fa, speriamo possa essere motivo di una riflessione più attenta da parte di tutti e porti ad iniziative utili, perché se non è stata sufficiente per evitare la tragedia la presenza di una rete di protezione alta 2 metri e mezzo, o la eventuale applicazione di un cartello di pericolo, bisogna pensare a misure ulteriori per non far si che le norme di sicurezza siano disattese.
Il rapporto con la sicurezza, soprattutto negli edifici scolastici apre uno scenario del tutto particolare: molto spesso i Dirigenti Scolastici devono fronteggiare situazioni di emergenza con risorse modestissime o pressoché nulle…
Alla sicurezza ci teniamo tutti, però tendiamo a scaricare la responsabilità agli altri, La Normativa prevede la figura del garante per la sicurezza, il progettista, un profilo professionale ben definito, con laurea in ingegneria e corso post laurea specifico, corso di aggiornamento di 10 ore annue sul tema. Le modalità di rapporto che taluni dirigenti scolastici pretendono di instaurare con ingegneri, professionisti della sicurezza, ci ha costretto ad interessare del caso il Tribunale Amministrativo. Taluni dirigenti scolastici, sbandierando problemi di bilancio, affidano l’incarico di Responsabile del Servizio di Protezione e Prevenzione a ingegneri altamente qualificati a fronte di un onorario di soli 1000 – 1500 euro onnicomprensivi, talvolta riferito a più edifici; un onorario non adeguato alle responsabilità assunte dal professionista e agli interventi che lo stesso deve attuare per l’espletamento dell’incarico, che si risolve, di fatto, in una delega di responsabilità totale, a carico dell’Rspp, pensando così di aver assolto agli obblighi. Questo significa non fare sicurezza, demandare poca attenzione alle tematiche del caso, attuare una forma di sfruttamento quando la delega è assegnata senza valutare se siano al tempo stesso poste le garanzie perché il professionista possa svolgere il proprio lavoro.
Come superare il problema se esiste una sofferenza cronica per le casse di tutti gli Istituti Scolastici?
La sofferenza di cassa degli Istituti Scolastici non può essere scaricata sul lavoro e sulle responsabilità del professionista della sicurezza. Un messaggio forte potrebbe essere dato dagli stessi dirigenti scolastici se, con una azione corale, chiudessero le scuole vista l’impossibilità a procedere in assenza di fondi e di garanzie. Potrebbe essere un segnale forte e forse porterebbe a riflettere l’intera classe politica nazionale sulla reale correttezza delle assegnazioni delle risorse.















