Pubblicato in: Sab, Feb 1st, 2014

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IL SISTEMA DI PREVENZIONE IN ITALIA

La tutela della salute e della sicurezza sul lavoro rappresenta una assoluta priorità per l’Italia, che con l’approvazione definitiva nel luglio 2009 del decreto “correttivo” (Decreto Legislativo 3 agosto 2009, n. 106) al Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n.81, anche noto come Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro, ha completato il disegno di riforma iniziato nel 2007, equiparando l’Italia agli standard normativi internazionali ed europei. In tal modo, il nostro Paese si è dotato di una legislazione moderna e uniforme sul territorio nazionale, elemento es­senziale per perseguire l’obiettivo posto dall’U­nione Europea di ridurre del 25% gli infortuni sul lavoro entro il 2012.

Tale obiettivo, pur essendo ambizioso, assume una grande importanza, non solo per i costi sociali che il fenomeno infortuni­stico produce (oltre 45 miliardi di euro all’anno nel 2005 secondo i dati Inail, pari al 3,21% del Pil), ma principalmente per la sua dimensione sociale ed umana, in quanto tali costi costi­tuiscono il riflesso materiale di beni inestima­bili quali la vita e la salute dei lavoratori. La strategia di prevenzione promossa dal Ministero privilegia, nel rinnovato contesto normativo, non più un approccio sanzionatorio e repressivo ma l’adozione di misure condivise tra Ammini­strazioni e parti sociali, volte a promuovere la prevenzione e la sicurezza sul lavoro attraverso la formazione e l’informazione, la qualifica­zione delle imprese e la semplificazione degli adempimenti burocratici.

safety

L’efficacia del sistema di prevenzione, infatti, passa inevitabilmente per una effettiva collaborazione tra lavoratori e aziende, in un contesto di competenze precisa­mente definite delle Amministrazioni pubbliche. Perché il “sistema” funzioni è fondamentale che lavoratori e datori di lavoro siano a conoscenza e rispettino i loro diritti e doveri, in un ciclo con­tinuo: i lavoratori devono essere consapevoli di avere il diritto irrinunciabile ad un luogo di lavoro rispettoso delle norme, ma anche il dovere di partecipare attivamente alla formazione, di utiliz­zare i dispositivi di sicurezza e di seguire tutte le norme dettate dal datore di lavoro. Il lavoratore ha poi il dovere di segnalare al datore di lavoro, specie tramite il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), eventuali carenze del sistema o miglioramenti apportabili ad esso; il datore di lavoro ha il dovere di considerare la salute e la sicurezza del lavoratore importante quanto la produzione, di valutare il rischio e prevenirlo con soggetti e strutture di supporto: Medico Competente e Servizio di Prevenzione e Protezione. Deve, conseguentemente alle attività di valutazione dei rischi da lavoro, attuare le misure di prevenzione degli infortuni previste dalla Legge, senza eccezioni o ritardi.

D’altro verso, le Amministrazioni pubbliche sono chia­mate a supportare lavoratori e datori di lavoro a prevenire gli infortuni sul lavoro. Così il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha intrapreso una serie di controlli, specialmente nel settore edile, dove si verificano il maggior numero di infortuni, anche mortali, ad esempio ispezionan­do nell’anno 2012 oltre 16.000 cantieri nei quali sono state rilevate un numero di irregolarità pari al 78% dei cantieri ispezionati. Il Ministero intende inoltre attivare ogni possibile sinergia con soggetti pubblici e privati per migliorare i livelli di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro. In tale contesto sono state finanziate una serie di attività promozionali quali campagne di comunicazione, attività formative su base regionale e iniziative volte ad innalzare il livello di tutela negli ambienti di lavoro beneficiari degli interventi. Oltre a ciò è stato razionalizzato il coordinamento degli interventi ispettivi su tutto il territorio nazionale. (Fonte Inail)

Pagine a cura di Paolo Lojodice

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