Diritto alla vita e dignità della persona
La svolta in Occidente avverrà con il dibattito filosofico moderno, tra il ‘600 e il ‘700. Da Grozio in poi, il primo a proporre una definizione dello ius in termini soggettivi, si affermerà il linguaggio dei diritti. Questo vedrà progressivamente l’allargamento della sfera etica a enti differenti dall’uomo, in quanto si stabilirà una identificazione del diritto soggettivo con la pretesa di tutela a prescindere dal soggetto. Ma la statuto di soggetto di diritto attribuito all’ambiente in quanto tale determina la sudditanza dell’uomo a un non-ente. Ponendo sul medesimo piano l’ambiente e l’uomo, quest’ultimo perde il riconoscimento della sua specificità ontologica; si rischia, cioè, di far prevalere quella visione olistica della natura per cui il tutto schiaccia le singole parti!
L’uomo, ridotto a soggetto al pari degli altri enti non-umani, vede così ridotta la sua dignità di persona. Il discrimine, allora, per valutare la vera titolarità del diritto soggettivo è, per il nostro relatore, nelle ripercussioni della sua applicazione per le future generazioni. Tutto ciò che produce effetti e conseguenze devastanti per il futuro, come le manipolazioni del DNA, le clonazioni, il deposito di scorie radioattive delle centrali nucleari, mettono in discussione la esistenza stessa di un soggetto titolare di diritto!
È, perciò, nel sovvertimento dell’ordine naturale, ha chiosato Pisanò, che troviamo la risposta agli inquietanti interrogativi dei nostri tempi! Il 16 maggio p.v., nell’ultimo incontro annuale di questo ciclo di seminari, il prof. Salvatore Cipressa tratterà il tema: Etica e Spiritualità.
Giuseppina Capozzi
















