Pubblicato in: Gio, Feb 26th, 2015

Giornata Mondiale del Rene/Trapianti… Lecce ferma da due anni

A colloquio con il Direttore di Nefrologia, dialisi e trapianto, del “Vito Fazzi”. 

BUONGIORNO: DA NOI 50 NUOVI PAZIENTI ALL’ANNO

“Tra gli inquinanti ambientali, asbesto, cadmio, anilina possono causare neoplasie ma è soprattutto il fumo del tabacco il principale fattore di rischio per le neoplasie del rene e delle vie urinarie”. 

Dott. Buon­giorno, qua­le incidenza hanno le ma­lattie renali nel Salento rispetto alla media nazionale? Quali sono le patologie più dif­fuse qui da noi?

La prevalenza della ma­lattia renale cronica è in Ita­lia del 6,3% ed i principali fattori di rischio sono l’età avanzata, l’ipertensione ar­teriosa, l’obesità, il diabete, la malattia cardiovascolare e il fumo. Sono pertanto i pa­zienti anziani, che hanno fatto frequente uso di farmaci analgesici o anti-neoplastici o che hanno fatto più esami radiologici con mezzi di con­trasto, quelli che più spesso giungono all’uremia termina­le. Nel Salento l’incidenza di nuovi casi di pazienti in dialisi nel 2013-2014 è stata di 201 pazienti (187 in emodialisi e 14 in dialisi peritoneale) pari a circa 100 nuovi pazienti/ anno/pmp (per milione di po­polazione) un dato inferiore a quella nazionale di circa 160 pazienti/pmp; i pazienti pre­valenti in dialisi (su 850.000 abitanti) nello stesso biennio sono stati in media 750 di cui 18 in peritoneo-dialisi (dati del Registro Sin-AL 4/2/2015). Le fasce di età più rappresentate sono quelle tra i 71 e gli 80 anni e poi quella tra i 61 e i 70 anni. Le glomerulonefriti, le più classiche malattie renali, per il diffuso miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie della popolazione italiana sono entrate nel numero delle malat­tie rare (meno di 1 caso/2000 abitanti/anno).Con la forte mobilità della popolazione nel territorio nazionale e la con­seguente omogeneizzazione demografica, non ci sono signi­ficative differenze di incidenza/ prevalenza di malattie renali salvo una maggiore evidenza del problema in prossimità di grandi concentrazioni industriali (Taranto ad esempio) o nelle regioni con popolazione più anziana (esempio Liguria rispetto alla Campania).

Spesso le malattie renali sono asintomatiche, ma a parte gli esami diagnosti­ci, quali potrebbero essere i campanelli d’allarme?

Mentre le relativamente più rare nefropatie acute sono caratterizzate da un quadro clinico più eclatante (sangue visibile ad occhio nudo nelle urine, edemi diffusi, dispepsia, malessere generale) le nefro­patie croniche hanno general­mente un andamento silente; però nel corso della malattia renale cronica, può comparire ipertensione arteriosa che può manifestarsi con cefalea e pal­pitazioni ed un difetto della ca­pacità renale di concentrare le urine che si traduce in poliuria e nicturia, cioè un aumento del volume urinario con risveglio notturno frequente per urinare; la poliuria specie post-prandia­le può anche essere un sintomo di diabete come la sete intensa.

BUONGIORNO

Oltre ad errati stili di vita, all’ipertensione, all’obesità e al diabete, sulle malattie renali ha peso anche l’in­quinamento ambientale?

Certamente, infatti il rene è deputato alla eliminazione del­le scorie endogene e dei tossici esogeni disciolti nell’acqua cor­porea, attraverso un processo di progressiva concentrazione di tali sostanza in un volume urinario relativamente picco­lo; pertanto il rene diventa un organo bersaglio di sostanze che vi si concentrano e posso­no determinare danno renale; tra questi anche farmaci come gli antiinfiammatori, i mezzi di contrasto per esami radiologici, alcuni antibiotici e i farmaci an­ti-neoplastici. Tra gli inquinanti ambientali, asbesto, cadmio, anilina possono causare neo­plasie ma è soprattutto il fumo del tabacco il principale fattore di rischio per le neoplasie del rene e delle vie urinarie.

Quante persone si rivolgono al suo reparto per la dialisi? E dei trapianti di rene a Lecce cosa può dirci?

Il numero di nuovi casi anno avviati alla terapia so­stitutiva renale cronica pres­so la Uoc di Nefrologia, Dia­lisi, Trapianto dell’Ospedale V. Fazzi di Lecce è di oltre 50 pazienti/anno; per lo più di età maggiore di 65 anni e quindi raramente idonei a ricevere un trapianto renale. L’attività di trapianto a Lecce è chiusa da 2 anni per proble­mi relativi alle sale operato­rie ma verosimilmente reste­rà chiusa per i programmi di contenimento della spesa sa­nitaria; comunque nel perio­do 2000-2012 monitorato dal Centro Nazionale Trapianti, i trapianti effettuati a Lecce, pur numericamente pochi (41) sono stati di alta qualità come indicato dalla soprav­vivenza a 5 anni del paziente (100%) che ci pone al primo posto in Italia e dalla soprav­vivenza del rene (92,2%) che ci pone al secondo posto in Italia (la Media nazionale della sopravvivenza del pa­ziente a 5 anni è 92,1+0,2 %; la Media Nazionale della so­pravvivenza del rene a 5 anni è 81,9+0,3%); (questi dati sono contenuti nell’ultimo aggiornamento 1/12/2014: www.trapianti. salute.gov. it/imgs/C_17_pubblicazio­ni_2271_ulterioriallegati_ ulterioreallegato_1_alleg.p)

In che modo verrà cele­brata a Lecce la Giornata Mondiale del Rene 2015?

Sul modello delle Ted (technology and design) con­ference, finalizzate alla dif­fusione delle idee attraverso conversazioni di non più di 18 minuti, che lasciano am­pio spazio alla riflessione ed attivano la interattività, abbiamo organizzato alcuni colloqui ripetuti per classi di studenti in alcune scuole superiori della città, perché l’esperienza degli scorsi anni ci ha insegnato che sono que­sti interventi quelli con esiti più promettenti perché rivolti ai giovani nei quali una ade­guata informazione oltre a un arricchimento culturale su temi altrimenti non affron­tati nella scuola come nella famiglia, può dare ricadute straordinarie in termini di prevenzione primaria, offren­do l’accoglienza successiva negli ambulatori nefrologici dell’ospedale. Le iniziative messe in opera negli anni passati volte a sensibilizzare in modo diretto la cittadinan­za mediante la misurazione della pressione arteriosa, l’esame urine e la misurazio­ne della circonferenza addo­minale in un piccolo ambu­latorio in una tenda in piazza S. Oronzo come gli interventi in programmi radio-televisivi realizzati grazie alla colla­borazione del compianto Ilio Palmariggi, avevano il di­fetto di non cogliere se non molto marginalmente i giova­ni che rappresentano il vero target di un programma di prevenzione primaria. 

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