I due Papi… Ammaliati da Lecce
Affascinati dalla bellezza dell’arte offerta copiosamente dal capoluogo salentino, ammirati per le intense manifestazioni di religiosità della popolazione, conquistati dalle effusioni di affetto e dalla profonda comunione della Chiesa locale: i nuovi papi santi mostrarono forte esultanza nel visitare Lecce, come attestarono con pregnanti dichiarazioni.
Entrambi vi giunsero due volte: “Conosco Lecce dal 1922. Bella città, ricca di antica storia, splendente di antiche chiese, ornata da una decorazione barocca tutta sua, caratteristica, come un ricamo di pietra grazioso e fine: Lecce, l’Atene delle Pugile”, scrisse Roncalli una trentina d’anni dopo, quando, invitato ufficialmente per il Congresso Eucaristico Nazionale, rilevava: “Venni qui dalla Laguna Veneta fino ad terminos Italiae”, mentre da parte sua (“per me che devo guardare alle ore vespertine della mia giornata”) riconosceva i limiti propri dell’età avanzata e asseriva di essere ammirato per “l’ardore della fede e della carità” della gente salentina.
Così come Wojtyla rivelò compiaciuto il suo stupore improvvisando in Piazza S. Oronzo: “Grazie di questa accoglienza calorosa. Si vede che siamo al Sud. Dal Nord al Sud le temperature cambiano, anche da Roma a Lecce. Io sono convinto che si deve camminare spesso verso il Sud per trovare l’entusiasmo per costruire il futuro di tutta l’Italia”. Soprattutto, entrambi manifestarono convinto apprezzamento per la situazione della comunità cristiana locale. Salutando “Lecce fortunata e benedetta”, con linguaggio tipico nel dopoguerra, il Patriarca veneziano riconobbe che dinanzi “alle forze avverse della confusione e delle tenebre” la popolazione ha saputo conservare “l’impronta religiosa dell’Italia cattolica” espressa “un po’ dappertutto nei monumenti la cui magnificenza resistette, qui ben più che altrove”.
E Papa Giovanni Paolo II, già visibilmente sofferente nel 1994, asserì addirittura di essere rinfrancato avendo constatato il reciproco arricchimento spirituale culturale tra Nord e Sud Italia e la complementarità delle tradizioni: “Io spero di poter portare da qui a Roma molte nuove energie”. Così la visita, la seconda dopo il suo fugace passaggio leccese nel 1980 rivelato proprio da questo Settimanale, risultò significativa e importante per sostenere il cammino di rilancio del Mezzogiorno fondato sulla millenaria cultura tra Oriente e Occidente, sulla voglia di riscatto dalle diverse forme di devianza, su una corale volontà di riappropriazione dei valori della solidarietà e della religiosità. Essa costituì un memorabile evento propulsivo di presa di coscienza, d’incoraggiamento e di fiducia. Ora la proclamazione della santità dei due nuovi Santi: preziosa occasione non solo per ravvivare la memoria di quegli straordinari eventi, ma soprattutto per progettare il futuro del Salento con più chiara consapevolezza e maggiore tensione spirituale e culturale.
Adolfo Putignano
















