Pubblicato in: Gio, Nov 28th, 2013

Il Card. Bertello a Lecce/La fede è la via…continuiamo a camminare

Omelia 1/Il Presidente del Governatorato della Città del Vaticano in Cattedrale.

“NON MI DIMENTICHERÒ MAI DI TE”

IL PRIMOGENITO

Durante l’anno liturgico, abbiamo medita­to e pregato i vari momenti della vita del Signore Gesù. Anzi, si potrebbe dire che l’anno liturgico è Gesù stesso, contemplato di domenica in domenica. Oggi, la Parola di Dio ci prende per mano e ci introduce nella contemplazione della regalità di Gesù, che esalta insieme le radici storiche e la fine gloriosa del suo itinerario messianico e ci invita a guardare il volto glorioso del Cristo sovrano dell’universo.

Bertello (0)

San Paolo ce ne tratteggia la fisionomia, esortando ciascuno di noi a ringraziare Dio, che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore, il quale è il centro di tutta la creazione, è il primogenito della nuova vita.

LA GLORIA SULLA CROCE

Tuttavia, Gesù non ci offre solo un volto aureolato di oro e di luce, come quello messianico di Davide nel momento del suo massimo splendore in occasione della sua investitura a Ebron. Il suo è un volto striato dal sangue e dalla sofferenza, è il volto sconcertante di un sovrano martire.

Bertello 8

Il cartello, che sovrasta la croce – “Gesù Nazareno, Re dei Giudei” – è l’affermazio­ne inconsapevole, che proprio sulla croce, nel luogo della sconfitta più umiliante, nel momento degli insulti e degli abbandoni, s’illumina la storia di questo Re e risplende la sua gloria. San Luca ci invita a portarci sul Calvario, a fissare il nostro sguardo su Gesù che è sul suo trono: la Croce.

IL CRISTO DI DIO

Come guardarlo? La pagina del Vangelo odierno ci dice che ci sono diversi modi: quello dei capi del popolo, dei soldati, quello di uno dei due malfattori crocifissi con Lui. Tutti gli gridano: “Salva te stesso se vuoi dimostrare che sei il Cristo di Dio”, cioè una persona che appartiene totalmente a Lui; dimostra che sei il “Re dei giudei” (Lc. 22, 69), come era trapelato nel processo di fronte a Pilato e nell’incontro con Erode, quando i giudei lo accusavano:

Bertello 8

“Sovverti­va la nostra nazione, proibiva di pagare il tributo a Cesare e diceva di essere il Messia re” (Lc. 23, 2). In una parola, chiedono a Gesù una manifestazione di forza: se accetti e scendi dalla croce, dimostrerai di essere un vero re.

IL POPOLO STAVA A VEDERE

Questo modo di guardare Gesù crocifisso, nasce da una costatazione puramente umana: il “salva te stesso”, infatti, è uno dei dogmi che fondano più radicalmente la vita di ogni uomo, è il metro per giudicare e la discriminante che ci fa accettare una cosa e rifiutare un’altra.

Bertello (5)

Se Gesù non dimo­stra, in quei momenti, di essere capace di salvarsi attraverso una clamorosa manife­stazione del suo potere, egli diventa, per i capi religiosi, un maledetto (come tutti coloro che all’epoca venivano crocifissi), per i politici, un buono a nulla e, dal punto di vista personale, un fallito. E, poi, c’è quella pennellata, che introduce il racconto: “Il popolo stava a vedere”.

GLI OCCHI DEL BUON LADRONE

Forse, molti avevano incontrato Gesù mentre predicava, mentre guariva i malati, passando ovunque facendo del bene. Ora, quella gente si è recata al Calvario mossa dalla curiosità e insieme dalla pietà e, al contrario dei capi che sbeffeggiavano il Si­gnore, ritornavano sconsolati alle loro case battendosi il petto.

Bertello (2)

Ma c’è un altro modo di guardare Gesù Crocifisso: quello del buon ladrone, come lo chiama la tradizione, che si stupisce di vederlo condannato alla sua stessa pena, di vederlo condividere fino in fondo la sua condizione, di vederlo immer­so nella sua stessa miseria. Noi due siamo colpevoli, dice, e meritiamo di morire. Gesù, invece, non ha fatto nulla di male!

PERDONO E SALVEZZA

Ed allora, sorge la domanda: perché Gesù è sulla croce? Per essere vicino all’uomo anche quando si sente maledetto, dispe­rato, solo nella morte e così riportarlo alla vita. Guardando Gesù sulla croce, l’uomo scopre chi è Dio e la salvezza. Gesù è morto affinché io possa vivere.

D'ambrosio

Scrive San Paolo ai Romani che “Dio dimostra il suo amore verso di noi perché mentre erava­mo ancora peccatori, Cristo è morto per noi (Rom. 5, 8). Poveri noi, se l’immagine vera di Dio fosse quella che avevano i capi del popolo e i soldati! Dio avrebbe esibito la sua potenza e l’uomo si sarebbe spa­ventato e forse allontanato: nel suo cuore sarebbe rimasta la paura di lui.

Pages: 1 2

Lascia un commento

XHTML: You can use these html tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

 

Gli articoli più letti