Pubblicato in: Ven, Set 13th, 2013

Il Cristiano e le armi/La Guerra non serve alla Pace

Giovanni XXIII: Il conflitto aliena dalla ragionevolezza. Don Tonino: Roba da matti. 

Il terzo millennio si è aperto con la minaccia del terrorismo internazionale e della guerra, ma anche con un ardente anelito di pace. L’attentato dell’11 settem­bre 2001 alle Twin Towers di New York e al Pentagono di Washington sconvolse non solo gli Stati Uniti, che fino a quel momento sembrava­no inattaccabili, ma tutta l’umanità. La teoria della guerra preventiva, fatta propria dall’allora Presidente degli Stati Uniti G. W. Bush, portò alla guerra contro l’Afghanistan, dominato dai talebani, fautori e protettori della principale organiz­zazione terroristica, al-Qaeda di Osama Bin Laden, e contro l’Iraq di Saddam Hussein.

A nulla valsero gli accorati inviti alla pace di Giovanni Paolo II, la giornata di digiuno (14 dicembre 2001) e l’incontro di preghiera con i rappresentanti delle varie religioni (Assisi, 24 gennaio 2002). Gli Stati Uniti, pensando di essere i guardiani del mondo, avviarono una guerra senza fine le cui conseguenze sono presenti ancora oggi.

A distanza di 12 anni la storia sem­bra ripetersi anche se lo scenario e i personaggi sono cambiati. Gli Stati Uniti insieme ad altri Paesi intendono intervenire direttamente in Siria contro il regime del Presi­dente Bashar al-Assad, accusato di aver usato armi chimiche contro la popolazione, violando lo Statuto dell’Organizzazioni delle Nazioni Unite.

Papa Francesco, profondamente ferito da quello che sta accadendo in Siria e angosciato per i dramma­tici sviluppi che si prospettano, ha indetto una giornata di digiuno e di preghiera (7 settembre 2013) per la pace in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero. Il demone della guerra è molto forte e subdolo: “non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera e il digiuno” (Mc 9,29).

papa

La guerra non è uno strumento idoneo per la risoluzione delle con­troversie tra i popoli o un mezzo per ottenere il risarcimento di un diritto violato; non è uno strumento di giu­stizia, ma di prevaricazione e di di­struzione. Giovanni XXIII nell’en­ciclica Pacem in terris precisò che la potenzialità distruttiva delle armi nucleari, chimiche e batteriologiche, le cui conseguenze sono fatali per la vita sulla terra, rende la guerra estranea alla dimensione umana: aliena dalla ragionevolezza (alienum est a ratione).

Sì, la guerra è quanto di più irrazio­nale ci possa essere. Don Tonino Bello diceva che la guerra è “roba da matti”. La guerra non serve alla pace, ma serve solo a porre l’umanità in uno stato di assedio e di guerra perma­nente. Per questo Papa Francesco ha detto in Piazza S. Pietro a voce alta il 1° settembre 2013: “Non è la cultura dello scontro, la cultura del conflitto quella che costruisce la convivenza nei popoli e tra i po­poli, ma la cultura dell’incontro, la cultura del dialogo; questa è l’unica strada per la pace”.

La guerra è il modo più stupido e banale per risolvere i problemi che ne escono invece aggravati. La distruzione di mezzi e risorse, i danni arrecati agli equilibri ecologi­ci, le vittime innocenti, l’accumulo di risentimenti e odi, sono eventi che devono muovere le coscienze e spingere oltre la guerra in direzione di nuovi ordini internazionali e di nuovi orizzonti di etica planetaria.

Un mondo senza guerre e sen­za violenze lo si potrà costruire con una maggiore cooperazione internazionale, ispirata ai valori di giustizia, solidarietà e perdono. Solo a queste condizioni l’umanità potrà sperare in un futuro migliore di pace.

Salvatore Cipressa

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