Il Cristiano e le armi/La Guerra non serve alla Pace
Giovanni XXIII: Il conflitto aliena dalla ragionevolezza. Don Tonino: Roba da matti.
Il terzo millennio si è aperto con la minaccia del terrorismo internazionale e della guerra, ma anche con un ardente anelito di pace. L’attentato dell’11 settembre 2001 alle Twin Towers di New York e al Pentagono di Washington sconvolse non solo gli Stati Uniti, che fino a quel momento sembravano inattaccabili, ma tutta l’umanità. La teoria della guerra preventiva, fatta propria dall’allora Presidente degli Stati Uniti G. W. Bush, portò alla guerra contro l’Afghanistan, dominato dai talebani, fautori e protettori della principale organizzazione terroristica, al-Qaeda di Osama Bin Laden, e contro l’Iraq di Saddam Hussein.
A nulla valsero gli accorati inviti alla pace di Giovanni Paolo II, la giornata di digiuno (14 dicembre 2001) e l’incontro di preghiera con i rappresentanti delle varie religioni (Assisi, 24 gennaio 2002). Gli Stati Uniti, pensando di essere i guardiani del mondo, avviarono una guerra senza fine le cui conseguenze sono presenti ancora oggi.
A distanza di 12 anni la storia sembra ripetersi anche se lo scenario e i personaggi sono cambiati. Gli Stati Uniti insieme ad altri Paesi intendono intervenire direttamente in Siria contro il regime del Presidente Bashar al-Assad, accusato di aver usato armi chimiche contro la popolazione, violando lo Statuto dell’Organizzazioni delle Nazioni Unite.
Papa Francesco, profondamente ferito da quello che sta accadendo in Siria e angosciato per i drammatici sviluppi che si prospettano, ha indetto una giornata di digiuno e di preghiera (7 settembre 2013) per la pace in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero. Il demone della guerra è molto forte e subdolo: “non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera e il digiuno” (Mc 9,29).
La guerra non è uno strumento idoneo per la risoluzione delle controversie tra i popoli o un mezzo per ottenere il risarcimento di un diritto violato; non è uno strumento di giustizia, ma di prevaricazione e di distruzione. Giovanni XXIII nell’enciclica Pacem in terris precisò che la potenzialità distruttiva delle armi nucleari, chimiche e batteriologiche, le cui conseguenze sono fatali per la vita sulla terra, rende la guerra estranea alla dimensione umana: aliena dalla ragionevolezza (alienum est a ratione).
Sì, la guerra è quanto di più irrazionale ci possa essere. Don Tonino Bello diceva che la guerra è “roba da matti”. La guerra non serve alla pace, ma serve solo a porre l’umanità in uno stato di assedio e di guerra permanente. Per questo Papa Francesco ha detto in Piazza S. Pietro a voce alta il 1° settembre 2013: “Non è la cultura dello scontro, la cultura del conflitto quella che costruisce la convivenza nei popoli e tra i popoli, ma la cultura dell’incontro, la cultura del dialogo; questa è l’unica strada per la pace”.
La guerra è il modo più stupido e banale per risolvere i problemi che ne escono invece aggravati. La distruzione di mezzi e risorse, i danni arrecati agli equilibri ecologici, le vittime innocenti, l’accumulo di risentimenti e odi, sono eventi che devono muovere le coscienze e spingere oltre la guerra in direzione di nuovi ordini internazionali e di nuovi orizzonti di etica planetaria.
Un mondo senza guerre e senza violenze lo si potrà costruire con una maggiore cooperazione internazionale, ispirata ai valori di giustizia, solidarietà e perdono. Solo a queste condizioni l’umanità potrà sperare in un futuro migliore di pace.
Salvatore Cipressa
















