La Riflessione dell’Arcivescovo durante la Veglia per il Papa Emerito/“La Chiesa di Lecce ti vuole bene”
VERSO UN NUOVO PONTIFICATO/1
LA CHIESA SI PREPARA AD ACCOGLIERE UN PAPA ALL’ALTEZZA DELLA STORIA
Siamo nella fase di interregno collegiale che accompagna il conclave, all’interno del quale sarà eletto il successore di Papa Benedetto XVI. Mentre sono in atto i lavori, nella novità del precedente pontefice ancora in vita, ci si interroga sulla situazione attuale della Chiesa.
Sebbene già Paolo VI avesse identificato l’esigenza di un nuovo periodo di evangelizzazione, è Giovanni Paolo II che può essere definito il vero padre della nuova evangelizzazione. Durante i suoi numerosi viaggi in tutto il mondo, Papa Wojtyla ha portato il ministero universale sino ai confini della terra. Alla morte di Giovanni Paolo II, dopo 27 anni di magistero incisivo e planetario, si pose l’interrogativo collettivo su chi avrebbe potuto succedere ad un simile Papa.
Benedetto XVI, con grande umiltà, ha saputo disegnare una sua linea di interpretazione del sommo pontificato, che è passata attraverso la catechesi. Ha saputo introdurre i cristiani in una visione profonda e sintetica dell’esperienza della Chiesa, mettendo al centro di essa la liturgia e la preghiera. Il ritorno ad una spiritualità e ad una liturgia più legate alla tradizione millenaria del Cattolicesimo è stato infatti uno dei punti centrali del suo pontificato.
Le ragioni della fede, poi, del finissimo teologo Joseph Ratzinger hanno attraversato i suoi otto anni di pontificato, caratterizzati anche da momenti difficili, e sono state messe al servizio di una nuova linfa di fede e morale. Apprezzato perfino da alcuni filosofi marxisti, il Papa ci ha obbligati anche a pensare all’urgenza di un nuovo approccio mistico alla vita, ridando vitalità ed essenzialità alla fede e rafforzando la presenza pubblica della Chiesa come coscienza critica della società.
Facendo, poi, un’analisi della ricezione delle istanze del Concilio Vaticano II, Benedetto XVI ha messo sotto accusa quel Concilio “virtuale” messo in opera sui media, che ha deformato il Concilio vero, influendo sulla sua comprensione e realizzazione. L’attualità di quei documenti, secondo il Pontefice, è oggi aumentata e per questo ha sempre ripudiato l’interpretazione secondo cui il Vaticano II costituirebbe un procedimento di rottura rispetto alla tradizione della Chiesa.
L’audace rinuncia di Benedetto XVI sembra in netto contrasto con la scelta del suo predecessore Giovanni Paolo II. In realtà quest’ultimo affidò al carisma del suo corpo malato il contributo ad una Chiesa in crescente difficoltà umana e spirituale, Benedetto XVI affida il “bene della Chiesa” alle forze integre del suo successore.
Benedetto XVI ha voluto delineare il percorso del pontificato che verrà, chiedendo alla Chiesa il coraggio di vivere controcorrente, contro “le false immagini dell’uomo che in ogni tempo insidiano la coscienza, travestendosi da proposte convenienti ed efficaci, addirittura buone”, soprattutto su punti non negoziabili quali l’aborto in caso di gravidanza indesiderata, l’eutanasia in caso di malattie gravi o la selezione degli embrioni per prevenire malattie ereditarie.
Dal punto di vista dottrinale, inoltre, si è opposto radicalmente alla “dittatura del relativismo”, considerata la sfida principale della Chiesa e dell’umanità. Alla radice di questo errore c’è l’autolimitazione della ragione che non intende spingersi sino ai confini della fede. Dall’esempio di fermezza e mitezza di Benedetto XVI, la Chiesa di oggi riuscirà ad avere un altro pontefice all’altezza della storia.
Giuseppina Capozzi
Pedagogista
















