Lavoro/Ingegneri… Nel Salento c’è posto
Antonio Pascali/Il Presidente dei Giovani Imprenditori Coldiretti di Lecce
“UN AGRICOLTORE NON MORIRÀ MAI DI FAME”
Secondo l’Istat tra i settori più colpiti dalla crisi c’è quello agricolo. Dal 2008 al 2014 il calo occupazionale è aumentato vertiginosamente fino a raggiungere un decremento del 5%. Tuttavia, se si considera solo l’ultimo anno si può notare come la variazione stia lentamente ricominciando a salire e soprattutto negli ultimi sei mesi del 2014 l’incremento delle risorse ha raggiunto l’1,6%. In un Salento che ha nel suo DNA l’amore per la terra, l’impegno al rinnovamento e alla crescita riguarda sia la domanda sia l’offerta. La formazione e il far crescere l’interesse dei giovani per il settore rappresenta l’investimento per il futuro. Di questo abbiamo discusso con Antonio Pascali, Presidente di Giovani Imprenditori agricoli Coldiretti Lecce.
Il Salento, da sempre territorio di agricoltori. Ma, Presidente, i ragazzi di oggi sono ancora interessati alla “terra” come lo erano i loro padri ieri?
In parte. Ho avuto la possibilità di affrontare questo discorso con molti giovani in vari contesti, ed è sempre emerso il loro amore verso il proprio territorio. Qualcuno di loro ha anche spesso manifestato la volontà di trasformare questo sentimento in impresa e in concrete opportunità lavorative. Purtroppo però ancora non tutti hanno piena consapevolezza di quanto sia impegnativo e difficile il lavoro in agricoltura, e spesso quindi non intraprendono questo percorso e preferscono puntare ad opportunità di impiego più “semplici” e meno faticose.
Per i giovani che vogliono formarsi nel settore agricolo c’è un adeguato e sufficiente supporto nel Salento?
I corsi di formazione spesso organizzati dalle associazioni di categoria sono indirizzati ad un target ampio, quindi piuttosto basici. Aspettiamo con ansia che il progetto di apertura della Facoltà di Agraria nell’Università del Salento a Lecce possa presto concretizzarsi, per garantire ai nostri giovani un’adeguata formazione nelle materie agricole.
Cosa cercano le aziende agricole, di diverso rispetto al passato, in un giovane candidato?
Soprattutto la voglia di mettersi in gioco in un contesto estremamente variegato e complesso. Abbiamo bisogno di persone che abbiano la capacità di “vedere oltre” e di fare impresa, impiegando in questo mondo molto “tradizionalista” tutte le nuove tecnologie che la scienza e la tecnica ci mettono oggi a disposizione. E tanta voglia di lavorare sodo e non scoraggiarsi se il lavoro che hanno davanti non è così “semplice” come pensavano.
La crisi ha penalizzato molto il settore agricolo negli ultimi anni, anche se nel 2014 si sono visti lenti segnali di ripresa secondo l’ultimo Rapporto Istat. Cosa occorre al nostro territorio per essere competitivo nel mercato del lavoro in questo settore?
I giovani che desiderano avviare un’impresa agricola avrebbero bisogno di maggiore sostegno economico da parte dello stato, sia per quanto riguarda maggiori investimenti nel settore, sia per quanto concerne gli sgravi fiscali dovuti anche alle assunzioni. E maggiori opportunità di formazioni, sia teoriche attraverso vari corsi di laurea, sia pratiche attraverso stage ed esperienze formative lavorative presso aziende già avviate.
Vale ancora la pena investire il proprio futuro nell’agricoltura?
Assolutamente si! La nostra terra è quanto di più prezioso ci hanno lasciato i nostri nonni e quanto di più prezioso abbiamo. Coltivandola con amore e costanza è in grado di darci più di quanto noi diamo a lei, e di garantirci un futuro stabile, senza metterci nelle condizioni di andare lontano per realizzare le nostre ambizioni e i nostri sogni. Un antico detto dice: “un agricoltore non morirà mai di fame”.
Pagine a cura di Fatima Grazioli
















