Pubblicato in: Gio, Lug 9th, 2015

Lavoro/Ingegneri… Nel Salento c’è posto

Antonio Pascali/Il Presidente dei Giovani Imprenditori Coldiretti di Lecce

“UN AGRICOLTORE NON MORIRÀ MAI DI FAME”

Secondo l’Istat tra i settori più colpiti dalla crisi c’è quello agrico­lo. Dal 2008 al 2014 il calo occupazionale è aumentato vertiginosa­mente fino a raggiun­gere un decremento del 5%. Tuttavia, se si considera solo l’ultimo anno si può notare come la variazione stia lentamente ricominciando a salire e soprattutto negli ultimi sei mesi del 2014 l’incremento delle risorse ha raggiunto l’1,6%. In un Salento che ha nel suo DNA l’amore per la terra, l’impegno al rinnovamento e alla crescita riguarda sia la domanda sia l’offerta. La formazione e il far crescere l’interesse dei giovani per il settore rappresenta l’investimen­to per il futuro. Di questo abbiamo discusso con Antonio Pascali, Pre­sidente di Giovani Imprenditori agri­coli Coldiretti Lecce.

Il Salento, da sempre territorio di agricoltori. Ma, Presidente, i ragazzi di oggi sono ancora interessati alla “terra” come lo erano i loro padri ieri?

In parte. Ho avuto la possibili­tà di affrontare questo discorso con molti giovani in vari contesti, ed è sempre emerso il loro amore verso il proprio territorio. Qualcuno di loro ha anche spesso manifestato la volontà di trasformare questo senti­mento in impresa e in concrete op­portunità lavorative. Purtroppo però ancora non tutti hanno piena consa­pevolezza di quanto sia impegnativo e difficile il lavoro in agricoltura, e spesso quindi non intraprendono questo percorso e preferscono pun­tare ad opportunità di impiego più “semplici” e meno faticose.

Per i giovani che vogliono for­marsi nel settore agricolo c’è un adeguato e sufficiente sup­porto nel Salento?

I corsi di formazione spesso or­ganizzati dalle associazioni di ca­tegoria sono indirizzati ad un tar­get ampio, quindi piuttosto basici. Aspettiamo con ansia che il progetto di apertura della Facoltà di Agraria nell’Università del Salento a Lecce possa presto concretizzarsi, per ga­rantire ai nostri giovani un’adeguata formazione nelle materie agricole.

Trattore

Cosa cercano le aziende agri­cole, di diverso rispetto al pas­sato, in un giovane candidato?

Soprattutto la voglia di mettersi in gioco in un contesto estremamen­te variegato e complesso. Abbiamo bisogno di persone che abbiano la capacità di “vedere oltre” e di fare impresa, impiegando in questo mon­do molto “tradizionalista” tutte le nuove tecnologie che la scienza e la tecnica ci mettono oggi a disposizio­ne. E tanta voglia di lavorare sodo e non scoraggiarsi se il lavoro che hanno davanti non è così “semplice” come pensavano.

La crisi ha penalizzato molto il settore agricolo negli ultimi anni, anche se nel 2014 si sono visti lenti segnali di ripresa se­condo l’ultimo Rapporto Istat. Cosa occorre al nostro territo­rio per essere competitivo nel mercato del lavoro in questo settore?

I giovani che desiderano avviare un’impresa agricola avrebbero biso­gno di maggiore sostegno economico da parte dello stato, sia per quanto riguarda maggiori investimenti nel settore, sia per quanto concerne gli sgravi fiscali dovuti anche alle as­sunzioni. E maggiori opportunità di formazioni, sia teoriche attraverso vari corsi di laurea, sia pratiche at­traverso stage ed esperienze forma­tive lavorative presso aziende già avviate.

Vale ancora la pena investire il proprio futuro nell’agricoltura?

Assolutamente si! La nostra ter­ra è quanto di più prezioso ci hanno lasciato i nostri nonni e quanto di più prezioso abbiamo. Coltivando­la con amore e costanza è in grado di darci più di quanto noi diamo a lei, e di garantirci un futuro stabile, senza metterci nelle condizioni di an­dare lontano per realizzare le nostre ambizioni e i nostri sogni. Un antico detto dice: “un agricoltore non mori­rà mai di fame”. 

Pagine a cura di Fatima Grazioli

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