Mons. Costa… In morte di Papa Ratti
Dal Settimanale “L’Ordine” del 15 febbraio 1939.
Nell’ultima nostra puntata, quasi sfiorando il pontificato di Benedetto XV con l’accenno alla promulgazione del codice piano-benedettino del 27 maggio 1917 siamo giunti a questa data giubilare citata nel titolo che ci fa ricordare la fine del pontificato di Papa Achille Ratti, il grande Pio Undecimo. E in special modo la fine del suo glorioso pontificato. Nato a Desio, in quel di Milano il 31 maggio 1857 e asceso al soglio di Pietro il 6 febbraio 1922, se ne morì in Vaticano il 10 febbraio del 1939, poco più di 75 anni fa, dopo lunga malattia cardiopatica, alla vigilia del decennale della Conciliazione. Non ci attardiamo sul quel discorso da Lui mai letto né detto, che celebrava quel decennale con aperta allusione alla denunzia del concordato in parola, quasi mai rispettato da parte del Governo Italiano.
Pericolosa allocuzione storica rimasta segreta fino al pontificato del Beato Giovanni XXIII; quando nel 1959 fu pubblicata in alcune sue parti. Poi divenuta oggetto di intervista rilasciata nel settembre del 2008 da parte della Santa Sede ad alcuni storici della Chiesa del tempo. Ma passiamo subito a ricordare le celebrazioni funerarie di quel febbraio, quasi vigilia della Seconda Guerra Mondiale. In special riferimento alle notizie di casa nostra registrate dall’ordine, il foglio diocesano che si stampava alla fine di quegli anni 30. Come da molti si sa, per quella fausta ricorrenza decennale impedita alla vigilia della sua Santa morte, Papa Ratti aveva convocato a Roma i vescovi italiani per leggere loro quelle vibranti se pur infuocate parole di giusto e doveroso disappunto. Né nella più ampia sala del Palazzo Apostolico, né in anticamera della terza loggia bramantesca.
Né con la propria spenta voce di morente, né per il ministero suppletivo del Cardinale Pacelli, suo Segretario di Stato. Tra questi era presente anche il nostro indimenticabile Vescovo Costa, già giunto in Vaticano quando in quella gelida alba invernale fu diramata la triste luttuosa notizia della morte del Santo Padre. Per cui, qualche ora dopo a Lecce comparivano sulle cantonate delle nostre chiese i manifesti, listati a lutto a firma del delegato vescovile di allora il venerando Arcidiacono Salvatore Vergallo.
L’articolo riportato in prima pagina del citato numero dell’Ordine è del 15 febbraio successivo. Dell’editoriale del Giornale diocesano ricordiamo soltanto le parole più commoventi ivi lette “ho pianto a Roma con i miei fratelli vescovi la morte del nostro Santo Padre, ora la piango con voi fondendo le mie lacrime con le vostre”. I funerali li presiedette mons. Francesco Borgongini Duca, Nunzio Apostolico in Italia, che fu tra noi a Lecce per il secondo Congresso Mariano, nel maggio del 1954: ormai promosso cardinale e a soli quattro mesi dalla sua improvvisa morte.
Oronzo De Simone

















