Pubblicato in: Gio, Dic 11th, 2014

Nella Casa del Padre/Don Giuseppe… Un fecondo ministero per la Chiesa di Lecce

Il ricordo di un confratello/Un lungo e impegnativo cammino 

Il 5 ottobre, festa della supplica alla Ma­donna di Pompei, parlai di lui alla mes­sa delle 10.30 in S. Maria della Grazia in piazza Sant’Oronzo. Gli consegnavo la rettoria della chiesa e l’assistenza spirituale dell’arciconfraternita di Maria Ss. Immacolata, in quel magnifico tempio seicentesco che sorge sui resti memorandi dell’anfiteatro romano. Ci tornai tante volte in quella chiesa così com’era situata a soli dieci metri di distanza dalla mia rettoria di Sant’Antonio della piazza, sorta a cavallo tra ‘500 e ‘600, conosciuta con il titolo di S. Giuseppe. Ma non fu quello il primo nostro incontro, perché ordinati sacerdoti nello stesso anno, con altri otto confratelli.Dopo una sua fugace permanenza al Regionale di Molfetta egli si era trasferito al Teologico di Salerno, e ben presto al Ro­mano Maggiore. Ci incontrammo la prima volta il 31 ottobre 1950 alla vigilia della definizione dogmatica dell’Assunzione di Maria Vergine, alla chiusura del congresso internazionale mariologico che si era svolto in preparazione a quell’evento solenne. Lui, con i suoi compagni di teologia, vestito con il caratteristico abito paonazzo che distin­gueva gli alunni del seminario del Papa; io assieme ad alcuni studenti di teologia di Molfetta venuti a Roma sotto la guida dell’allora indimenticabile rettore mons. Corrado Ursi, poi cardinale arcivescovo di Napoli. Due anni dopo salimmo all’altare in ben dieci, anche se in due celebrazioni diverse.

foto Don Giuseppe

Ora con la sua morte, quei dieci sono scesi a quattro. Rimanemmo vicini nei primi nove anni di sacerdozio: in curia e in seminario, lui come segretario amministra­tivo e padre spirituale, io come docente di liturgia e vice cancelliere. Don Giuseppe tornò nella città episcopale nell’autunno 2006 come parroco della Basilica di Santa Croce, conosciuta in tutto il mondo per la sua originale bellezza barocca, fiore all’oc­chiello della nostra città. Fui accanto a lui, direttore diocesano, in alcuni pellegrinaggi della diocesi tra cui quello nella Terra Santa nel 2008. Finalmente fummo assieme per oltre sette anni quando per ragioni di età dovette la­sciare la Basilica parrocchiale per assumere l’incarico di rettore di Santa Maria della Grazia. Le nostre frequentazioni, a volte sostituzioni, si alternavano con reciproca gioia. Nell’ultimo anno di vita, quando si dimise dalla rettoria della Grazia per motivate ragioni di salute, spesso lo andavo a trovare in casa alla via Turati 23 (ai villini di San Lazzaro). L’ultima volta con flebile voce mi disse di scusarlo per i pochi minuti di permanenza con lui, rimandando a tempi migliori., I funerali si sono svolti nella Ba­silica di Santa Croce a lui cara a pomeriggio dell’8 dicembre sotto la presidenza del nostro Arcivescovo e con la partecipazione di numerosi confratelli, tra cui il Vescovo di Nardò – Gallipoli, da lui guidato verso l’al­tare negli anni della sua formazione. La sua memoria rimarrà in benedizione per quanti lo hanno conosciuto ed amato. 

Oronzo De Simone

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