Pubblicato in: Dom, Gen 20th, 2013

Novoli, alle radici della fede

I festeggiamenti risalgono intorno all’anno 1000. Negli ultimi anni i tentativi di “contaminare” l’evento religioso.

Protettore dei novolesi dal 1664 quando mons. Luigi Pappacoda, Vescovo di Lecce, concesse l’assenso canonico. 

Ancora oggi il Salento rende omaggio ad un santo antico, Antonio Abate. Certamente è stata festa grande a Novoli, con le celebrazioni in onore dell’anacoreta della Tebaide; ma la devozione per il “santo del fuoco” rimane diffusa in moltissimi centri del tacco d’Italia, tantissimi nel nord della diocesi di Lecce.

Carmiano, Magliano, Villa Convento, Arnesano, Monteroni, solo per citarne alcuni, in questi giorni offrono ampi cartelloni di festeggiamenti religiosi e civili. Archiviata invece la festa novolese, completamente ridisegnata e costretta a fare i conti con la popolarità più autentica e con la modernità più spinta.

Tante le rassegne cresciute intorno all’appuntamento, tante le occasioni di partenariato istituzionale e sociale; con un disegno affidato alla Fondazione organizzatrice: creare l’evento. Ed intanto la festa si “contamina”: l’anno scorso a “personalizzare” la “Focara”, il “monumento di fuoco” che i novolesi offrono in onore del santo, furono i cavalli di cartapesta di Mimmo Paladino; quest’anno sono stati i numeri colorati di Ugo Nespolo, grandissimo artista di fama internazionale. E tanto è bastato ad alimentare un antico dibattito, che nelle sue migliori intenzioni vuole preservare una festa antica.

Che per secoli è stata semplice, caratterizzata dai lunghi pellegrinaggi, spesso a piedi, dalla partecipazione alle celebrazioni religiose, dai ritrovi con la famiglia e dalle passeggiate tra le luminarie e i sapori salentini, magari sorseggiando un buon bicchiere di moscato per riscaldarsi dal freddo clima di gennaio.

Quello che rimane, al di là di tutto, è il forte attaccamento per il santo novolese, dimostrato anche quest’anno; con una novità in più, il gemellaggio con Oria, e la presenza nel santuario novolese, della pala d’oro di San Barsanofio, voluta fortemente dal parroco don Giuseppe Spedicato. Un elemento in più per ritornare alle origini.

I festeggiamenti a Novoli, infatti, risalgono intorno all’anno mille, in epoca greco-bizantina, in concomitanza con la nascita del paese. Il culto probabilmente fu importato dai monaci in fuga dell’oriente per le lotte iconoclaste. Certo un ipotesi, ma abbastanza plausibile, perché a Novoli il culto di santi orientali è molto diffuso; nella chiesa dell’Immacolata, prima chiesa e parrocchia di Novoli,  inoltre, è presente un affresco della Madonna di Costantinopoli. S. Antonio Abate divenne ufficialmente protettore di Novoli il 28 gennaio del 1664 quando mons. Luigi Pappacoda concesse l’assenso canonico alla “supplica dell’Università e del Clero di Novoli”.

Salvatore Scolozzi

Pages: 1 2

Lascia un commento

XHTML: You can use these html tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

 

Gli articoli più letti