Oronzo, Giusto e Fortunato/Una devozione “Pugliese”/Il Culto dei Martiri nella Regione
Insieme alla Città di Lecce, il culto è diffuso in modo particolare a Campi, Surbo, Acaia, Monteroni, Novoli, Caprarica, Calimera, Ostuni, Taranto, Massafra (le chiese rupestri), Brindisi; ne sono testimonianza le numerose tele raffiguranti il Santo oltre alle numerose statue di raffinato valore artistico. Possiamo tirare la conclusione che in tutto quello che oggi amiamo chiamare “Il Grande Salento” è presente la devozione ai Martiri come protettori perché ilo territorio formava un’unicum, la “Terra d’Otranto”.
Infatti, fu nell’anno 1656 – secondo quanto scrisse il Cino nelle sue Memorie – che la Cittàdi Lecce e tutto il Salento di Allora vennero risparmiati dal terribile flagello della peste che imperversava crudele in tutto il Regno di Napoli. Tale miracolo fu attribuito dal popolo e soprattutto dalle Autorità cittadine di allora alla possente intercessione di S. Oronzo, del quale la festa era fissata al 26 del mese di Augusto. Da ricerche recentissime condotte negli Archivi diocesani di Puglia (c’è traccia della presenza del culto anche in Terra di Bari, a Turi, Acquaviva e Molfetta) e negli Archivi di Stato (ci sono culti a Sant’Oronzio attestati anche a Manfredonia e Bovino per arrivare, per ora, persino negli Abbruzzi e all’Aquila in affreschi a Sant’Aurontius affiorati dopo il terremoto) e in modo particolare nella Curia Vescovile di Ostuni, tra i documenti del Devoto Sac. don Leopoldo D’Onofrio, parroco di S. Maria della Porta di Ostuni, si percepisce una diffusione agiografica molto più estesa di quanto si pensi.
Il filone di ricerca recente più interessante per noi salentini è quello che ci porta nella Grecìa, dove il culto per S. Vito e S. Pantaleo spesso è confuso e/o sovrapposto a quello di S. Oronzo, come attestano iconografie rupestri sparse nelle campagne locali (equivalenti alle nostre cuneddre-iconelle incavate nei muretti a secco. Il riscontro alle varie notizie ecclesiali è poi confortato anche da Documenti sanitari presenti negli Archivi di Stato inerenti il fatto che la festa cade il 26 agosto, periodo da sempre caratterizzato meteorologicamente da forti temporali e rovesci che interrompendo lunghi periodi estivi di siccità e calura spezzavano l’infuriare delle infezioni funestanti il popolo “lavando l’aria e la terra, il bestiame, le strade e le abitazioni” esattamente come narra il Manzoni nei Promessi Sposi.
La sua Festa coincideva così con il ritorno dell’acqua, della salute, della vita e della speranza per tutto il popolo salentino di ieri e di oggi; Oronzo in latino infatti vuol dire “risorto”. La ricerca continua per amore del Santo Protettore.
Carmelo Simmini
Docente ISSR
















