Paolo Emilio Stasi da Spongano…
Paesaggi Salentini. Tanto mare e Arte Sacra.
Paolo Emilio Stasi nacque a Spongano il 16 giugno 1840 dall’avvocato Giovanni e da Maria Antonia Galati. Dopo aver compiuto gli studi al Liceo “Pietro Colonna” di Galatina, imparò i rudimenti dell’arte nella scuola di disegno fondata da Giuseppe Buttazzo in Diso nel 1849. L’archeologo Valentino Nizzo sostiene, invece, che Stasi ricevette le prime nozioni artistiche da Francesco Saverio Russo e da Gioacchino Toma. Dal 1865 studiò farmacia presso l’Università di Napoli, ma ben presto fu attratto dalla pittura.
Durante il soggiorno napoletano entrò in contatto, con molta probabilità, con la folta schiera degli artisti salentini che in quel periodo risiedevano nella città partenopea o frequentavano l’Accademia di Belle Arti: Giuseppe Casciaro (1861-1941), Oronzo Cosentino (1870-1922), Francesco De Matteis (1852-1917), Giuseppe Di Giuseppe (1817-1908), Raffaele Maccagnani (1841-1925) e Luigi Guacci (1871-1934). Questo contribuì a far intraprendere al giovane Stasi un corso di studi legato all’arte, frequentando l’Istituto di Belle Arti sotto la guida di Giuseppe Mancinelli, dove si diplomò nel 1875. Proprio in questo periodo il giovane Stasi, secondo Paolo Vetrugno, realizzò il Ritratto del Marchese Giuseppe Palmieri, conservato presso Liceo Classico di Lecce (1865-1866).
Già nel 1870 ritroviamo lo Stasi dedito alla pittura e all’insegnamento, tenendo un corso di disegno presso il Ginnasio Convitto “Capece” di Maglie, dove resto fino al 1911. Furono questi gli anni in cui egli formò un gruppo di giovani aspiranti artisti fra cui: Enrico Giannelli (1854-1945), Michele Palumbo (1874-1949), Domenico Palma (1852-1918) ed Egidio La Noce (1857-1927). Accanto all’attività artistica lo Stasi svolse anche ricerche paleontologiche; egli fu il primo esploratore delle grotte tra Santa Cesarea Terme e Castro, scoprendo nel 1879 la Grotta Romanelli.
Ingresso Grotta Romanelli – Castro (Le)
Fu questo un ritrovamento fortuito che avvenne proprio mentre esercitava l’attività artistica che lo coinvolse per l’intera esistenza. Si tramanda, infatti, che lo Stasi dovendo realizzare un dipinto raffigurante la Madonna di Lourdes (la prima apparizione è documentata nel 1858) e si era recato con la sua modella presso una grotta lungo la costa nei pressi di Castro per ricercare una giusta ambientazione per tale dipinto. In quei frangenti rinvenne casualmente un molare atipico, che si rivelò poi appartenere a un esemplare di hippopotamus anplibinus, motivo per il quale si spinse a setacciare il terreno circostante.
Cranio dello scheletro adulto di Grotta Romanelli, Castro (Le)
Il figlio Giovanni e il nipote Paolo, continuarono l’opera di scavo delle terre rosse presenti nella cavità carsica, giungendo a scoprire un laghetto sotterraneo. La scoperta di Paolo Emilio Stasi, benché sensazionale, fu inizialmente avversata dalla cultura dominante del tempo; oggi, tuttavia, la cosiddetta “collezione Stasi” è conservata presso il Museo di Antropologia dell’Università di Napoli ed è stata recentemente oggetto di un rinnovato interesse in occasione della ricorrenza del centenario della scoperta.
Stasi, Contadina in un prato, 1883, olio tavola, cm. 10×19,5
Stasi morì a Spongano il 4 marzo 1922. Paolo Emilio realizzò soprattutto paesaggi e marine della costa salentina, ritratti e quadri religiosi. Un’esposizione delle sue opere fu allestita nell’ambito della Mostra Retrospettiva degli Artisti Salentini di Lecce che si tenne nel 1939. In quella circostanza furono esposti: Bosco, La dormiente, Testa di vecchio, Timo fiorito, Paesaggio (tutte opere custodite nella Collezione Stasi di Spongano).
Villa “Stasi” Castro Marina (Le)
La municipalità di Castro ha inteso ricordare Paolo Emilio Stasi con un’epigrafe posta in piazza Alighieri a Castro Marina, che sintetizza efficacemente la sua attività di pittore, di studioso e di scopritore: “A Paolo Emilio Stasi/da Spongano/che di questa costiera riprodusse sulle tele la bellezza/illustrò le dimore dei primitivi/rivelò alla scienza Grotta Romanelli”.
Giuseppe Mancarella






















