Pubblicato in: Ven, Giu 20th, 2014

Preti d’altri tempi/Don Rosario, amore semplice per la Chiesa

I ricordi di un sacerdote per quasi quarant’anni Parroco di Acaya. 

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Rosario Niceta Mi­chele Cisternino nasce a Melen­dugno (Le) il 5 ottobre 1925. Fu una nicchia della Madonna del Rosario e un quadro della stessa Madonna a “ispirare i genitori” nella scelta del nome. Come ama ricordare don Rosario “per ispirazione venuta dall’ Alto”, decide di farsi sacerdote: “Studiai con passione prima presso la Congregazione dei Terziari Cappuccini dell’Addolorata di Galatone (Le), continuai la mia formazione presso il Seminario Vescovile di Molfetta (Ba), il 29 giugno 1953 fui ordinato sacerdote”.

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Perdendosi nei meandri dei ricordi, gli occhi brillano di orgoglio, donando al suo te­nero viso, scavato dal passare degli anni, una vitalità ormai persa. È difficile interrom­pere quel filo di ricordi e lui continua a raccontare del suo sacerdozio: “Lizzanel­lo, Melendugno, di nuovo Lizzanello e sempre come vice-parroco e tanti ‘obbedi­sco’ in punta di piedi senza voler creare disagi a chic­chessia”.

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Il 26 febbraio 1971, il Vescovo, mons. Francesco Minerva, in forma solenne: “E io, da sempre scevro a questa solennità, ma per santa obbedienza e con tutta la mia umiltà accetto anche la solennità”, lo nomina parroco e lo destina alla parrocchia di Santa Maria della Neve, nella cittadella fortificata di Acaya. Don Rosario, già all’inizio del suo lungo sacerdozio – 60 anni – ha improntato il suo ministero pastorale all’umil­tà: “essere sempre ultimo, tra tutti, cercando di dare l’esempio di vita evangeli­ca, per poter poi predicare agli altri la Parola di Dio”. Saldo nella fede non ha mai vacillato o accettato com­promessi di qualsiasi natura. Ripercorre con particolare fervore gli anni tra il 1960 e il 1990, periodo caratterizzato dal movimento studentesco del 1968 e dalla fine della prima Repubblica, con tutte le grandissime complicazioni e fratture che quei movimenti hanno comportato per i catto­lici.

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Ma alle lusinghe dei cam­biamenti, don Rosario non ha mai perso di vista il suo apostolato: “ho detto sempre no a tutto ciò che è deviante e va contro la forma-mentis di Santa Romana Chiesa, ho creduto solo all’insegnamento di Gesù”. Un anno importan­te nel suo lungo sacerdozio è stato il 1990, quando in occasione del gemellaggio tra la cittadina di Acaya e la città greca di Kato Axaia, don Rosario conquista con la sua dolcezza il popolo greco, esprimendosi con trasporto: “ormai la mia parrocchia non è più composta da 500 anime (quelle di Acaya), ma da 8500 (8000 quelle di Kato Axa­ia) per le quali io pregherò sempre e chiederò la benedi­zione del Signore”.

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L’umiltà, la semplicità, il candore della sua anima totalmente pervasa di amore per la Chiesa, hanno fatto si che il Vescovo, mons. Cosmo Francesco Ruppi, riconoscendo questi meriti, il 26 maggio 1993, in forma solenne gli conferisse nella Chiesa parrocchiale di Acaya, la nomina di monsignore. At­tento ai fedeli, intransigente verso i compromessi, ha gui­dato con fermezza evangelica la piccola comunità di Acaya, fino al 2010: “più di 60 anni a servire il Signore e a cercare di salvare anime”, questa la sintesi di una vita trascorsa nella preghiera e al servizio di Dio. Adesso vive a Melendu­gno, amorevolmente assistito dalla sorella Michelina e dal nipote Giovanni Cisternino. I suoi occhi sembrano perdersi in un mondo a noi sconosciu­to quando con voce tremante dice: “il Rosario sempre accanto e preghiere per tutti voi, questa è la mia vita”.

IL PROFILO

DON CISTERNINO

Nato a Melendugno il 4.10.1925. Ordinato il 29.6.1953. Già Parroco di S. Giovanni Bosco in S. Pietro Vernotico. Rettore Chiesa di S. Antonio in S. Pietro Vernotico (dal 2.10.2006).

Daniela Mazzotta

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