Pubblicato in: Ven, Mag 30th, 2014

San Filippo: i suoi poveri, i sordomuti

Le Suore Salesiane dei Sacri Cuori si preparano a celebrare la memoria del loro fondatore. 

Filippo Smaldone nacque a Napoli il 27 luglio del 1848, da genitori cristiani, che lo educarono e lo formarono nei principi della Religione Cattolica. Infatti, sin da bambino frequentò le scuole di catechismo e le cosiddette Cappelle Serotine. Ordinato Sacerdote il 23 settembre 1871, a 23 anni, pensava di recarsi in Cina, per svolgere il suo apostolato in terra di missione ma non era questo il “progetto di Dio su di lui”. Il giovane Filippo Smaldone, che ha condiviso il dolore lacerante di una donna del popolo, si china docile e, umilmente, accetta la richiesta del suo Direttore Spirituale don Biagio Giustiniani, al quale Filippo aveva comunicato l’episodio, da lui vissuto e interiorizzato, nella Chiesa di Santa Caterina in Foro Magno, a Napoli. Infatti, il Sacerdote gli dice: “La tua Cina è l’Italia; i tuoi bambini sono i sordomuti”. Non gli fa un discorso perché conosce il suo “penitente” e sa che non è necessario l’uso convincente di molte parole. L’anima del nostro agire dev’essere sempre Gesù, che ha detto: “Se uno mi ama, il Padre mio lo amerà…e noi verremo a lui e porremo

la nostra dimora in lui” (Gv 14,23). Comunque, è davvero commovente e, particolarmente, incisivo il messaggio angosciante, che scaturisce dal cuore di una Madre in pena, per l’incomunicabilità cui è costretta dall’Handicap “sordità” con il frutto del suo amore: “è sordomuto mio figlio”! Un urlo, una informazione, una comunicazione oppure una richiesta di aiuto? Non è facile capire il grido di dolore se non ci si trasferisce, con la mente e con il cuore, nell’intimo di chi vive nella sofferenza una realtà penosa.

Smaldone

È necessario concentrare tutto il proprio essere e cercare di dare una risposta, con il linguaggio del cuore, ad una donna del popolo , che solca la soglia della disperazione e, lacerando il cuore, grida: “è sordomuto mio figlio!”, mentre fugge via, irresistibilmente in pianto. Secondo la logica e la generosità del Vangelo di Gesù, Filippo è pronto a dire il suo “Eccomi!” L’amore non ha bisogno di parole. Amare è importante, perché soltanto il linguaggio del cuore riesce a conseguire esiti positivi.

E l’esperienza insegna che l’Amore riesce sempre a soddisfare le esigenze di ogni prossimo, che bussa alla porta del nostro cuore. Filippo Smaldone è convinto che le parole disturbano la concentrazione e… in un silenzio orante, corre, senza indugio, là dove c’è un sordomuto che, “prigioniero del silenzio”, invoca… l’Amore. Quello del giovane Filippo è un si generoso, un impegno pratico, una risposta silenziosa, che si esprime nella preghiera di Gesù: “Padre, non la mia, ma la Tua volontà sia fatta!”. Filippo dimentica la Cina e si trasferisce nel Getsemani, in un “amare silenzioso e intimo”, pronto ad offrire, in modo determinante, la propria volontà a Dio, mentre si mette in ascolto, intimamente orante, per discernere ciò che il Signore vuole da lui. E il giovane Smaldone, ricco di energie da spendere per un ideale raggiungibile, non ha esitato ad aprire le orecchie del suo cuore alla voce dello Spirito Santo e, forte della fede in Dio e dell’Amore verso gli ultimi, tutto, in Filippo, diventa “Luce nel Signore Gesù” (Ef. 5,8). Nasce a Lecce la Congregazione delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori, è il 25 marzo 1885!

Maria Alfonsa De Carlo

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