Pubblicato in: Sab, Mag 26th, 2012

Serse Cosmi/Il “Sergente di ferro” innamorato di Lecce

Approdato a Lecce per risollevare le sorti della squadra giallorossa dopo il disastroso girone d’andata a guida Di Francesco, l’allenatore si racconta. Il futuro, dopo la retrocessione in serie B e le incertezze societarie, non è ancora ben definito, ma lui ha già dichiarato che nel Salento è stato bene e vorrebbe restarci.

Intervista Esclusiva/”Nel Salento ho scoperto una dignità, una cultura e un calore fuori dal normale. Grandi valori che avevo percepito fin dal mio arrivo”.

Non c’è differenza fra essere padre e allenare una squadra di calcio. È compito del tecnico correggere il giocatore discolo e disordinato inducendolo a comportarsi con correttezza e lealtà.

“ALLA CITTÀ E ALLA GENTE 10 E LODE. QUI SONO RINATO COME ALLENATORE”

Serse, nei libri di storia, è descritto come il Re di Persia feroce e sanguinario. Un uomo cattivo, senza un briciolo di cuore e di umanità. Un uomo da evitare, insomma. Invece un altro Serse che non è un Re, ma un allenatore di calcio e che di cognome fa Cosmi è uno degli uomini più buoni ed amati a Lecce e nel Salento. E tanto amore al nostro Serse glielo hanno donato soprattutto i tifosi giallorossi, nei cui cuori ha fatto cullare illusioni e speranze di una salvezza sempre a portata di … mano, ma mai raggiunta.

Etichettato come “sergente di ferro” Serse Cosmi ha invece un animo tenero ed una umanità infinita. Nato 54 anni fa a Perugia, all’età di 14 anni è rimasto orfano per la perdita del papà Antonio. Il  nome di Serse fu scelto dal padre, amico di Serse Coppi, fratello del grande Fausto Coppi. Sposato con Rosy, ha conseguito il diploma Isef, ma invece di insegnare Educazione fisica ha preferito fare l’allenatore di calcio. “Sono due missioni quasi uguali – dice – Quando ho insegnato nelle scuole elementari, l’obiettivo primario era quello di far raggiungere ai ragazzi traguardi sempre più importanti di lealtà sportiva. Stessi obiettivi ho applicato quando ho cominciato a fare l’allenatore di calcio”.

Successi, come tecnico, Cosmi ne ha ottenuti tantissimi, a cominciare da quand’era alla guida del Perugia, per continuare con le presenze ad Arezzo, Brescia, Livorno, Udinese, e via dicendo. Un momento nero l’ha vissuto due stagioni or sono quando, chiamato ad allenare il Palermo, fu esonerato dopo appena quattro partite. Un <neo> che aveva bisogno di essere cancellato. E la chiamata del ds Osti di venire ad allenare il Lecce è stata accolta da Cosmi come la manna caduta dal cielo. Aveva la grande opportunità di riscattare il momentaccio di Palermo e lui ha accettato subito l’invito, convinto di poter tornare ad essere il Cosmi dei bei tempi.  “Qui a Lecce, va ripetendo, sono professionalmente rinato”.

Un uomo buono, Serse Cosmi. Ed anche timorato di Dio. “Si, sono un credente, anche se non frequento spesso la Chiesa e la domenica non vado a Messa. Mi piace vivere meglio intimamente il rapporto con la fede”. Oltretutto, ma lui preferisce non dirlo, molto spesso la domenica è impegnato con la partita e quindi quasi sempre costretto a disertare la funzione in Chiesa. “Preferisco vivere la fede dentro di me, senza troppe manifestazioni esteriori”. E sull’argomento taglia corto, preferendo parlare d’altro e, soprattutto, del rapporto che ha avuto e continua ad avere con i giocatori e con i tifosi.

“L’allenatore – puntualizza Cosmi – è come il genitore: deve cercare di dare il buon esempio ed indicare ai propri figli la via migliore da seguire. Mi chiedi se c’è differenza fra essere padre e fare l’allenatore. Rispondo, nessuna differenza. E’ compito del tecnico correggere il giocatore discolo e disordinato, inducendolo a comportarsi con correttezza e lealtà. Certo, con i figli, qualche volta il rapporto è diverso: i figli sono sangue del tuo stesso sangue…”.

Ha tentato il miracolo di una salvezza impossibile alla guida del Lecce. E così facendo, mister Cosmi è stato l’uomo che ha rigenerato entusiasmi e riavvicinato il Lecce-squadra ai cuori e alle passioni dei tantissimi tifosi leccesi e salentini. Passioni e speranze che i supporter giallorossi hanno sprigionato nei due momenti più dolorosi del recente campionato di serie A, concluso con la retrocessione in B: vale a dire dopo le sconfitte contro la Fiorentina ed a Verona contro il Chievo. “Quello della nostra tifoseria – dice commosso Serse Cosmi – è stato uno spettacolo unico, mai visto e vissuto in nessun’altra città in cui ho allenato, Quei mille tifosi di Verona hanno rappresentato tutta la città di Lecce, lo stato d’animo mio e dei giocatori ed anche la passione e l’amore di tutti quegli altri tifosi che non erano presenti al “Bentegodi”. Quegli applausi e quel muto colloquio fra la squadra ed i tifosi è stato un esempio di civiltà e di amore che i supporters delle altre squadre dovrebbero prendere ad esempio. Certo, queste belle e palpitanti scene di affetto fra squadra e tifosi non hanno ridato al sottoscritto e alla città di Lecce la serie A, ma non ho difficoltà a dire che, personalmente, quando smetterò di fare l’allenatore, rivedrò con simpatia e nostalgia quegli indimenticabili momenti del dopo partita con la Fiorentina e con il Chiedo”.

Momenti indimenticabili per merito di una tifoseria da premio Oscar. “Parlando della mia presenza a Lecce – aggiunge Cosmi – debbo fare delle distinzioni e scindere due aspetti fondamentali: quello tecnico e quello umano. Ebbene, sotto il profilo tecnico, ho trovato tutto ciò che mi aspettavo. Mi era stata prospettata una situazione ingarbugliata per via della società guidata in autogestione. Ebbene, da quando ho messo piede a Lecce e fino ad oggi, ho avuto al mio fianco le figure più operative della società: da Cipollini ad Osti, dal team manager Zanotti all’intero staff sanitario. Ed è per questo che ho potuto lavorare bene, in condizioni di assoluta normalità. Insomma, ho avuto davvero tutto ciò che volevo e ciò è stato possibile perché questa squadra e questa città hanno messo in risalto alcuni valori che sembravano definitivamente scomparsi. Il Lecce, in altre parole, ha rigenerato aspetti umani e sociali che mi hanno permesso, come ho detto prima, di rinascere come allenatore”.

Ed eccoci all’aspetto umano. “Non vorrei sconfinare nel patetico – precisa Cosmi – ma vivendo in questa vostra città ho riscontrato una maniera unica della gente di rapportarsi con l’allenatore della propria squadra, Ho scoperto una dignità, una cultura ed un calore fuori dal normale. Grandi valori che avevo percepito fin dai primi giorni del mio arrivo a Lecce.  Altrove, ti chiedono impegno, soltanto impegno. Qui, la vostra gente ha dimostrato coerenza, affetto, maturità e grande dignità”.

È  un fiume in piena mister Serse Cosmi. Dipendesse solo da lui rimarrebbe qui nel Salento vita natural durante, convinto di poter ancora offrire a tutti  molto affetto e tanta umanità. “Lasciando questa vostra città – porterò con me una valigia piena zeppa di ricordi. I più indelebili, naturalmente, sono state le ultime scene d’affetto ricevute insieme con la squadra dopo le gare con Fiorentina ed a Chievo. Però, ce ne sono tantissimi altri di ricordi che hanno riempito le mie giornate salentine e che porterò nel cuore fino a quando avrò vita>. Insomma, lui ha ricevuto amore ed affetto dai tifosi ai quali ha voluto dare una risposta chiara e visibile, ringraziando tutti attraverso un messaggio in dialetto leccese, scritto su una t-shirt, indossata a Verona. “Stu core nu bbu lassa mai. Traduzione: questo cuore non vi lascia mai –ndr”. “È stata una maniera gentile e semplice – spiega Cosmi – per ringraziare l’intero popolo salentino. Nessun leccese  mi ha suggerito come scrivere la frase riportata sulla t-shirt e sinceramente ho avuto paura di sbagliare a scriverla. Mi sono fatto aiutare solo a tradurla e quando mi sono accorto che il significato era quello che volevo esprimere, mi sono sentito ancor più uno di voi, un salentino a tutto tondo”.

Forse, anzi quasi certamente, quest’allenatore burbero ma dal cuore d’oro non siederà più l’anno prossimo sulla panchina del Lecce. “Dipendesse da me, resterei anche in serie B. Qui, lo ripeto, sono rinato e se il patron Giovanni Semeraro mi chiedesse di restare io resterei. Ma la situazione societaria, lo sanno tutti, è in continua ebollizione e quindi… Oltretutto, i futuri, possibili nuovi acquirenti (i fratelli Tesoro ndr) hanno già fatto l’identikit del nuovo allenatore ed io non sono stato inserito nella rosa delle loro scelte. E ciò, sinceramente parlando, non mi è affatto piaciuto”.

Addio, dunque, buon Serse. Ma prima di chiudere questa nostra chiacchierata, facciamo a mister Cosmi due altre semplici domande. Quale è stato il suo rapporto con i giornalisti? “Ottimo – risponde – Con nessuno di loro ho avuto il minimo problema. Con tutti sono stato abbastanza chiaro ed onesto”. E per finire che voto dà al Lecce-squadra ed a Lecce-città. “Alla prima, un sette pieno. Meritava di restare in A. Alla città, dieci e lode. Perché ho trovato e mi ha sempre dato ciò di cui avevo bisogno”.

Umberto Verri

 

La prima volta dei Friulani/In Champions League con l’Udinese

Nell’estate 2005 Cosmi firma un contratto con l’Udinese, che porta alla prima partecipazione alla Champions 2005-2006 della sua storia dopo la vittoria nel turno preliminare contro lo Sporting Lisbona. Nel turno successivo i bianconeri verranno eliminati dal Barcellona e dal Werder Brema.

Il personaggio con il cappellino/La voce del Coach per  Wald Disney

Ha prestato la voce al personaggio “Coach“, doppiato dall’attore Don Hall nella versione originale, (anch’egli indossa un cappellino con visiera) nella versione italiana del cartone animato “I Robinson – Una famiglia spaziale” del 2007. Inoltre, ai tempi in cui allenava il Perugia, ha preso parte al film “Il maestro di lingue”, interpretando il ruolo di un detenuto.

CHI È ?

A quattordici anni è rimasto orfano del padre Antonio, che lo chiamò Serse in onore di Serse Coppi, fratello di Fausto. Diplomato all’ISEF di Perugia, è stato maestro di attività motorie in scuole elementari, istruttore di nuoto e personal trainer in palestra. Nel 2000 Cosmi ha ricevuto a Marsciano, il paese natale della madre, dalle mani di Giovanni Trapattoni, allora commissario tecnico della Nazionale, il “Premio Nestore” come miglior sportivo umbro dell’anno. Tifoso della Roma, in un Lazio-Perugia (3-1) stagione 2003-2004, venendo allontanato dal campo per ordine dell’arbitro, al momento di imboccare l’ingresso per gli spogliatoi tra i fischi del pubblico di fede biancoceleste esclamò «Forza Roma!». Non si separa mai da un cappellino. Nel 2009, periodo in cui era senza
squadra, è stato commentatore ed opinionista per alcune trasmissini televisive. Ha due figli di cui uno, Edoardo, è nato nel 1994. Tecnico preparato, il modulo tattico utilizzato da Cosmi è il 3-5-2,che in fase di non possesso della palla diventa un 5-3-2. Caratterialmente è un motivatore, dotato di istinto, impulso e grande temperamento. Nel suo staff tecnicosono presenti anche il vice Mario Palazzi, con le funzioni di “tattico”, ed il preparatore atletico Francesco Bulletti, conosciuti nel settore giovanile dell’Arezzo. Con Palazzi si conoscono dal 2000, dai tempi del corso per allenatori
di Coverciano svolto insieme,corso che Cosmi ha superato col massimo dei voti (110 e lode insieme al collega Luigi De Rosa) con la tesi intitolata Il Trequartista.

Dopo quasi 20 anni… La rinuncia dei Semeraro

L’ultimo campionato sancisce ufficialmente il disimpegno della famiglia Semeraro dalla presidenza dell’U.S. Lecce e l’avvio delle attività di autogestione della società di via Templari in attesa dell’investitore che possa rilevarne la proprietà. Dopo quasi vent’anni di presidenza, immediatamente dopo la festa seguita alla salvezza conquistata dalla squadra salentina, lo scorso anno i Semeraro hanno abbandonato il progetto Lecce e delegato all’a.d. Renato Cipollini e al d.s. Carlo Osti il compito di condurre ad interim la squadra giallorossa. Diversi nomi sono già stati accostati alla dirigenza della società
leccese, ma sembra prendere consistenza l’interesse del dott. Savino Tesoro, imprenditore bergamasco attivo nel campo della siderurgia, che vorrebbe investire nel territorio salentino acquisendo l’U.S. Lecce e alcune attività commerciali. La trattativa dovrebbe essere alle battute finali e nei prossimi giorni i Semeraro voleranno a Bergamo per siglare con i Tesoro il passaggio di consegne.

Retrocessi in B… La rimonta senza salvezza

 La stagione appena trascorsa comincia dal suo epilogo: dagli applausi che i tifosi leccesi hanno riservato alla propria squadra accertata la retrocessione dalla massima serie. La prova di maturità del tifo a Lecce è la cartolina inviata dal futuro a testimonianza di quanto sia vivo il calore e il sostegno verso la maglia giallorossa e i suoi beniamini. Il Lecce militerà nella serie B, ma il ricordo che i tifosi conserveranno del campionato appena concluso sarà la lotta per salvezza giocata “con il coltello tra i denti”, come ha amato ripetere più volte l’allenatore Serse Cosmi. Dopo la deludente gestione di Di Francesco, il perugino ha preso in consegna una squadra allo sbando, con due piedi nella serie B e con solo 13 punti in campionato. Il carattere di Cosmi si è imposto immediatamente nello spogliatoio e il rischio di compiere il miracolo della permanenza in A è stato tangibile fino alla fine. Il Lecce retrocede con dignità, avendo chiuso il girone di ritorno con una media punti degna di una squadra di alto rango.

L’atroce sospetto del calcio scommesse… Le confessioni di Masiello

Ad oggi nessun deferimento ha coinvolto l’U.S. Lecce, ma la squadra salentina rischia di ritrovarsi invischiata nelle vicende del calcioscommesse per almeno una combine che riguarda il derby contro il Bari dello scorso maggio. Il Lecce segnò due reti e a sigillare il risultato contribuì Andrea Masiello, ex difensore del Bari, deviando in rete un tiro del leccese Jeda e consegnando, di fatto, agli avversari la permanenza in serie A per la scorsa stagione. Il costo
dell’operazione, stando alle dichiarazioni dell’ex biancorosso, confermate dai primi riscontri della magistratura, sarebbe stato di circa 230 mila euro. Resta da verificare se il responsabile diretto sia stato Semeraro jr. o un suo caro amico, Carlo Quarta, di propria iniziativa. Nel primo caso, più grave, il Lecce rischierebbe la retrocessione in Lega Pro. Nel secondo, la penalizzazione sarebbe di qualche punto da scontare nel prossimo campionato in B. Se si dimostrasse l’estraneità della società, come sperano tutti i tifosi, nessun punto sarebbe sottratto ai giallorossi.

Schede di Samuele Vincenti

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