Pubblicato in: Sab, Dic 15th, 2012

Storia e Archeologia/Ricercatori Salentini alla scoperta dell’Egitto sepolto

La compattezza del materiale da cui erano coperti, inoltre, deve averne sicuramente garantito la sal­vezza nei secoli successivi. Ma credo che solo la fortuna, in un contesto di un sito sicuramente non semplice da raggiungere, li abbia preservati da ladri e scavatori clandestini che ancora operano indisturbati in un’area difficile da controllare, so­prattutto in fasi storiche come quella che l’Egitto sta vivendo negli ultimi anni.

In che condizioni si presenta il sito archeo­logico in cui sono state ritrovate le sculture?

Il sito è stato “bucato” a più riprese nel cor­so dei secoli. Sono visibili in tutta l’area arche­ologica le discariche derivate da questi scavi più datati. Già dal 2003 avevamo rilevato scavi clandestini più recenti. È tuttavia dalla rivoluzio­ne del 2011 che l’attività di ladri e profanatori si è intensificata in maniera drammatica. A parte i buchi individuati nell’area urbana, i danni mag­giori sono quelli subiti dal tempio che la nostra Missione ha portato completamente in luce solo nel 2010. Nel 2011 il lavoro di otto anni di scavo è stato vanificato in maniera irrecuperabile a cau­sa di ingenti danni arrecati ai muri, agli alzati e agli splendidi pavimenti ancora in posto che tan­to faticosamente erano stati scoperti, documen­tati e in parte restaurati. Con grande dispiacere quest’anno si è giunti alla decisione di ricoprire con sabbia e detriti l’intera struttura per la sua tutela e salvaguardia.

Quando hanno avuto inizio le campagne di scavo nell’oasi del Fayyum e come pro­cede lo stato complessivo dei lavori?

L’Università del Salento ha lavorato dal 1993 al2003 incollaborazione con l’Università di Bo­logna nel sito di Bakchias. Dal 2003 l’Università ha avviatola Missione Archeologicadel Centro di Studi Papirologici nel sito di epoca greco-romana di Soknopaiou Nesos.

Quest’anno si è potuto ter­minare lo scavo del tempio principale della città e indagare, documentare e rilevare l’intera area archeologica. Attualmente siamo estremamente soddisfatti del lavoro svolto e dei risultati ottenu­ti, seppure tra difficoltà economiche e logistiche di non poco conto. I risultati degli scavi dal 2003 al 2009 sono stati recentemente pubblicati nel primo volume del Soknopaiou Nesos Project, vo­lume di cui siamo orgogliosi e che speriamo pos­sa diventare una pietra miliare del lavoro svolto dalla nostra Missione in Egitto. 

Grazia Pia Licheri

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