Pubblicato in: Dom, Gen 12th, 2014

Verso Europa 2020 con l’Italia tra le peggiori cinque

L’Anno Nuovo della Scuola…

Il 2014 è un anno che avvertiamo, non si comprende bene perché, carico di possibilità. È come se quella sorta di stanchezza psicologica “da crisi” che ha avvolto un po’ tutti negli ultimi tempi, negli ultimi anni a dir meglio, ci avesse definitivamente stanca­to. Ci auguriamo che non sia solo l’ottimismo che il “nuovo” in ogni caso genera, poiché rappresenta una speranza. Anche la “Scuola” come istituzione spera in questo 2014. Se è dimostrato che con la cultura si mangia poiché, contrariamente a quanto infelicemente affermato da un ministro della Repubblica di qualche governo addietro, vale, nonostante i tagli, 80 miliardi, il 5,8% del Pil, dovrebbe esserci una inversione di tendenza delle politiche rivolte alla Scuola, luogo primo di creazione dei presupposti della cultura che produce Pil.

Speriamo, quindi, di metterci alle spalle la Scuola costretta a ridurre l’offerta formativa per il taglio dei fondi destinati al miglioramento di questa; la Scuola costretta a chiedere, nella persona del dirigente scolastico, un “supporto d’onore” al persona­le docente e non, poiché si conta sull’affidabilità di persone che consi­derano l’istituzione la loro casa e per questa spendono energie senza porsi troppe domande di natura economica; la Scuola dove la Sicurezza viene faticosamente gestita, con Normative, ovviamente, stringenti e disponibilità economiche non proprio adeguate; la Scuola dove i docenti curano la didattica ma che, nel frattempo, non hanno i tempi fisiologici per farlo così come vorrebbero per l’incom­benza di altri aspetti sì cogenti ma più d’area burocratica che altro.

europa-2020

Bene fa sperare l’intenzione del Mini­stro Carrozza che vuole una sorta di costituente della Scuola. In una intervista rilasciata a “Repubblica” ha dichiarato che “la Costituente della scuola sarà la più grande domanda, e mi auguro la più grande risposta, sulla scuola italiana contemporanea. Non parliamo di un convegno né di stati generali, non sarà neppure una consultazione tra addetti ai lavori. Vogliamo aprire un dibattito in tutto il paese su questo bene primario che è la scuola. Cosa ne pensano e come la vorrebbero, presidi, insegnanti, studenti, genitori, partiti, fondazioni, associazioni. Domande semplici su dieci temi. Non si è mai fatto prima”. Solo non vorremmo si trattasse di un libro di sogni. La scuola oggi deve riflettere su questo cammino fatto dall’autonomia in poi, comprendere se davvero ci sono solo luci e non an­che ombre da annullare al più presto. Deve riflettere e farlo in fretta: i dati pubblicati tre settimane fa nell’An­nuario Statistico dell’Istat mostrano una preoccupante tendenza negativa per il quarto anno consecutivo.

La Commissione europea ci riporta alla nostra difficile realtà: l’Italia è tra le peggiori cinque d’Europa (su 28) per abbandoni: lasciano i banchi troppo presto il 17,6% di alunni contro la media Ue del 12,7%. Insomma c’è sempre meno voglia di andare a scuola, sono sempre di meno quelli che ci credono. E l’Europa per il 2020, che è dietro l’angolo, ha posto l’obiettivo di ridurre questo tasso al 10%. C’è da rimboccarsi le maniche: ben venga l’indagine conoscitiva che il Ministro vuol realizzare per sentire su dieci temi cardine tutti: alunni, genitori, docenti, presidi, personale amministrativo. “A giugno rendere­mo pubblici i risultati, a settembre diremo quali indicazioni il ministero ha recepito” ha concluso Carrozza. A settembre, ricordiamo, nel frattempo sarà passato un altro anno e il 2020 sarà ancora più vicino. 

Loredana Di Cuonzo

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