Pubblicato in: Sab, Nov 7th, 2015

Vitalizi ai politici… Perché non ridurli?

SISTEMA CONTRIBUTIVO/NIENTE PIÙ AI CONDANNATI

• Dal primo gennaio 2012 per tutti i politici eletti, quindi per i deputati, i senatori e per i consiglieri regionali attuali, valgono le stesse regole in vigore per ogni altro lavoratore italiano: pensione calcolata col sistema contributivo.

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• Dal 7 maggio 2015, grazie alla delibera approvata dagli Uffici di Presidenza di Camera e Senato, è stata prevista la revoca del vitalizio ai parlamentari condan­nati in via definitiva, ad una pena superiore a due anni di reclusione, per i seguenti reati: mafia, terrorismo, reati contro la Pubblica Amministrazione (ma non contro l’abuso d’ufficio), reati non colposi per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a sei anni.

VECCHIE E NUOVE REGOLE/ABUSO D’UFFICIO ESCLUSO

• La riforma del 2012 contiene un dettaglio non tra­scurabile: le nuove regole si applicano con il sistema pro-rata, cioè valgono per la parte di pensione matu­rata dopo il 31/12/2011. I parlamentari della scorsa legislatura hanno quindi maturato il diritto a percepire una quota consistente del vitalizio calcolata con le vecchie regole e non con il nuovo e certamente meno vantaggioso metodo contributivo.

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• Il reato di abuso d’ufficio è stato escluso dall’elenco dei reati comportanti la revoca;

• Se il condannato viene riabilitato, la revoca del vitali­zio decade.

La battaglia, quindi, continua.

Pagine a cura di Manuela Marzo

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