Vitalizi ai politici… Perché non ridurli?
SISTEMA CONTRIBUTIVO/NIENTE PIÙ AI CONDANNATI
• Dal primo gennaio 2012 per tutti i politici eletti, quindi per i deputati, i senatori e per i consiglieri regionali attuali, valgono le stesse regole in vigore per ogni altro lavoratore italiano: pensione calcolata col sistema contributivo.
• Dal 7 maggio 2015, grazie alla delibera approvata dagli Uffici di Presidenza di Camera e Senato, è stata prevista la revoca del vitalizio ai parlamentari condannati in via definitiva, ad una pena superiore a due anni di reclusione, per i seguenti reati: mafia, terrorismo, reati contro la Pubblica Amministrazione (ma non contro l’abuso d’ufficio), reati non colposi per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a sei anni.
VECCHIE E NUOVE REGOLE/ABUSO D’UFFICIO ESCLUSO
• La riforma del 2012 contiene un dettaglio non trascurabile: le nuove regole si applicano con il sistema pro-rata, cioè valgono per la parte di pensione maturata dopo il 31/12/2011. I parlamentari della scorsa legislatura hanno quindi maturato il diritto a percepire una quota consistente del vitalizio calcolata con le vecchie regole e non con il nuovo e certamente meno vantaggioso metodo contributivo.
• Il reato di abuso d’ufficio è stato escluso dall’elenco dei reati comportanti la revoca;
• Se il condannato viene riabilitato, la revoca del vitalizio decade.
La battaglia, quindi, continua.
Pagine a cura di Manuela Marzo

















