Pubblicato in: Mer, Mag 14th, 2014

Vizi e virtù del Secolo dei Lumi/Ciclo di incontri musicali

È in corso di svolgimento la 7^ edizione del Festival del XVIII secolo, Vizi e virtù del Secolo dei Lumi, un ciclo di incontri organizzato dall’Aram, Associazio­ne Romana Amici della Musica, fondata nel 1971 e presieduta dal 1999 dal M.tro Corrado Nicola De Bernardt. La serie di appuntamenti, tutti ad ingresso gratuito, iniziata il 6 aprile, si protrarrà fino al 22 giugno ospitata in molte città italiane, Lecce, Brindisi, Perugia, Treviso, Adria, Nardò, Corigliano. Il percorso di approfondimento nasce in collaborazione con l’Accademia Musicale Musikrooms di Treviso, il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce e l’Audito­rium Marianum di Perugia. L’appuntamento del 25 maggio camminerà insieme con l’Emporio della Solidarietà promosso dalla Communità Emmanuel e l’Aram è vicina all’associazione Triacordia per l’Ospedale Pediatrico Salentino.

La musica, talvolta coadiuvata dall’arte visiva e dal cinema, è la protagonista degli incontri in cui si susseguiranno, in un’al­ternanza colta ed accattivante, musicisti e cantanti lirici che eseguiranno dal vivo brani tratti dal repertorio musicale classi­co. Domenica 18 maggio alle ore 19.30 presso l’Open Space di Palazzo Carafa ci sarà l’incontro a cura di Eraldo Martucci e Maria Agostinac­chio su “La folle idea di battezzare il quadro con il nome di fuga”: Bach e gli artisti del ‘900. L’arte della Fuga di J.S.Bach sarà la protagonista dell’incontro con le sue enigmatiche incompiutezze apparenti che resistono, affascinanti e misteriose, dopo secoli dalla loro stesura e nonostante gli studi innumerevoli sul suo approfondimento: non ne conosciamo il suono, ovvero la sua sostanza fisica, mai definita dall’autore, non ne conosciamo la destinazione, essendo carente di un testo esplicativo; può essere solo strumentale ma senza una precisa indicazione dello strumento o degli strumenti a cui è destinata.

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La costruzione è architettata secondo le regole della fuga ma appare come un mosaico realizzato con tessere irregolari, un susseguirsi quasi biografico di appunti meticolosi di Bach senza un testo definiti­vo che sottolinea la grandezza dell’Arte della Fuga, incompiuta per definizione. Notoria è l’influenza che la musica ha esercita­to sull’arte visiva in ogni periodo storico, alternativamente sia sul piano evocativo, sia sull’ispirazione che entrambe traggono da un daimon interiore.

In particolare il ‘900 ha visto il tandem stringersi in un connubio di comuni esperienze in cui il carat­tere impalpabile e spirituale della musica ha influenzato le arti visive verso una tendenza all’astrazione, libera dal concetto classico di mimesi. La linea astrattiva, cui per diverse strade arrivano alcune avanguardie del ‘900, ha un duplice atteggia­mento verso la Fuga di Bach, citazionista, si pensi a Braque, o costruttivista, per esempio Klee, con esperienze importanti che la rendono un testo di confronto per tutto il secolo.

Maria Agostinacchio

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