Gli Studenti dell’Unisalento e il ricordo di Valeria
Il 13 novembre 2015. Una data ormai entrata nella storia dell’umanità al pari di quel triste 11 settembre 2001. E forse per noi europei, data la vicinanza alla Francia, ancora più difficile da razionalizzare. I fatti sono noti a tutti, ma a distanza di giorni la comunità studentesca dell’Università del Salento non può, e non vuole, dimenticare il nome di Valeria Solesin, la giovane dottoranda scomparsa a Parigi nella notte più lunga che la capitale francese ricordi. “Davanti a tragedie di questa portata si è sempre in bilico tra il religioso silenzio e le manifestazioni di cordoglio e di sgomento – afferma il rappresentante degli studenti Mario Pede -. Valeria era una ragazza come noi. Valeria oggi è tutti noi. Ricordiamoci del suo volto interscambiabile con qualsiasi altro volto giovane, per tenere a mente tutta la brutalità della violenza e della guerra.
Purtroppo ci sono tanti, troppi volti in tutto il mondo che per motivi economici, razziali e religiosi, subiscono le barbarie della violenza. Ricordiamoci di lei per ribadire che la vita umana deve essere sempre difesa in tutto il mondo, in tutti i modi”. Più ad ampio respiro la riflessione del rappresentante Andrea Capone: “Il mondo ha ormai preso coscienza che tutto è possibile. Un movimento, quello dell’Isis, che conta pochi uomini può essere in grado di commettere cose orribili. Vada a tutte le vittime, agli studenti come noi, presenti nella Parigi del terrore un pensiero di sentita vicinanza”.
È facile sentire la vicinanza con Valeria, non perché fosse italiana e cristiana, ma perché è la figura di una studentessa, come centinaia che frequentano l’Ateneo salentino ogni giorno. Fa quasi impressione il pensiero che Valeria possa essere la ragazza in biblioteca o quella in attesa dietro lo studio di un docente. Valeria è l’emblema di un futuro che si cerca di distruggere. Ma i conti si fanno con i protagonisti di questo futuro che sono gli studenti, i quali sono ben lontani dal voler abbassare la testa e sottomettersi alla violenza attraverso la violenza. La miglior lotta è quella che si combatte con la promozione della pace e della cultura.
Gilda Brescia