Pubblicato in: Gio, Dic 10th, 2015

Imprenditore a 20 anni e senza Laurea, ma per essere creativi serve la conoscenza

Diventare imprenditore a 21 anni. E non un piccolo imprenditore, ma il titolare di un’azienda valutata ben 5,5 milioni di euro. Il valore aggiunto lo si rileva nel fatto che il giovane Gianluigi Parrotto viene dal profondo Sud, se considerato il nostro lungo stivale. Da Casarano, per l’esattezza. Il progetto vincente, rilevato dai giganti americani, è una piccola struttura, o meglio, un mini impianto eolico, che sfrutta l’energia del vento in contesti domestici. Tutto è iniziato tre anni fa con una startup, quando il salentino Gianluigi, poco più che diciottenne, facendo appello alla sua creatività ha compreso che nel soffio del vento potesse celarsi il segreto del successo. E da allora l’azienda è ancora in continua espansione, continuando a puntare ai mercati in­ternazionali.

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Il punto principale è che in diverse interviste è stato dichiarato più volte che il giovane Gianluigi non ha una laurea in ingegneria, né tantomeno avrebbe il tempo di fre­quentare un corso di studi. La visione che bisogna scardinare è quella se­condo cui, come qualcuno ha lasciato intendere, la laurea serva a poco davanti ad un’idea vincente. Questo potrebbe essere vero, ma quanti di questi casi possiamo registrare ogni anno? Pochi. Anzi, pochissimi. Se così non fosse, probabilmente non ci lamenteremmo della crisi e di tutte le difficoltà in cui versano milioni di italiani. Questo offre l’occasione per ribadire, invece, l’importanza dello studio e della formazione accade­mica. È anche vero che la creatività non la si conquista nello studio, ma per essere creativi, e avere un’idea vincente, come nel caso di Gianluigi, è necessaria la conoscenza.

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Gianluigi è riuscito nel suo intento partendo da qualcosa che già si conosceva, ovve­ro lo sfruttamento dell’energia eolica: ha compreso quanto potrebbe essere utile anche nel ristretto perimetro di una abitazione privata, ma come mol­ti giovani si è poggiato sulla groppa di giganti che tanto hanno studiato e sperimentato. Il mondo universitario è il contesto ideale dove convergono ricerche innovative. Entrare a farne parte, per quanto sia difficile il mo­mento in previsione di una ricaduta professionale, offre comunque le conoscenze adeguate per far brillare le proprie capacità, o semplicemente aprire gli occhi su qualcosa che sino a poco prima era ignorato. Il talento, poi, è una variabile soggettiva, e su questo c’è poco da aggiungere.

Gilda Brescia

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