La Popolarità di Francesco/Con il cuore e il dono delle lacrime
Maestro del dialogo. Incessantemente proteso a gettare ponti. Abile a destare interesse negli ascoltatori e suscitare immediata empatia. Capace di coinvolgere milioni di persone accorse ad ascoltarlo. Non di rado coglie addirittura di sorpresa con un linguaggio che suscita meraviglia e soprattutto attenzione e riflessione. Come un parroco di un quartiere popolare e periferico che cerca di escogitare ogni via possibile per instaurare proficui rapporti umani. Con modalità dense di profonda carica umana, esprime una riflessione forte sul rapporto religioni e pensiero laico. Certamente occorre riconoscergli innovativa disponibilità a entrare in comunicazione con la gente, tanto da comunicare un’arguta battuta compresa subito da tutti e da poter affermare con singolare efficacia gli impervi limiti comunque necessari nel parlare.
Francesco rileva la responsabilità di tutti verso la vita e i valori fondamentali, per cui non è mai lecito uccidere per una religione e nello stesso tempo c’è un limite nella provocazione. Proprio nel nome della libertà, uguaglianza e fraternità, egli sottolinea che occorre condividere il rispetto di valori considerati primari e identitari nel profondo del proprio io personale, per cui la libertà di espressione, e quindi di satira con umorismo, battuta, arguzia, derisione, trova un invalicabile confine in rapporto al dileggio, all’irrisione e alla volgarità. Come quando si tratta di affetti e valori cari, quali la mamma o il Dio per cui si spende la vita. Egli sostiene, cioè, che si tratta di coniugare positivamente libertà di espressione e libertà religiosa. E così la gente lo considera con ammirazione difensore dei poveri e degli oppressi, degli sventurati e delle vittime d’ingiustizie, di quanti sono dominati da antiche e nuove forme di colonizzazione politica e ideologica.
Con forza, Francesco sta invocando continuamente proprio i diritti di milioni di perseguitati, domandando dialogo e rispetto per i valori culturali e spirituali, conculcati in diverse nazioni nonostante siano stati preziosi riferimenti di civiltà millennarie. La tempesta tropicale che nei giorni scorsi si è abbattuta durante il viaggio a Manila è quasi un emblema della sua strenua fermezza nell’affrontare le difficoltà. Ma è soprattutto il “Sentii subito che dovevo essere qui…Vi accompagno con il mio cuore in silenzio”, rivolto quasi nel pianto alle popolazioni colpite dal tifone Yolanda nel novembre 2013, a rivelare la sua capacità di entrare in appassionata e profonda partecipazione con chiunque soffra. In ogni parallelo del pianeta. Propositivo artefice di un rinnovato umanesimo, ripresenta in modo nuovo, e spesso sorprendente, risoluti comportamenti. Con stile e linguaggio “rivoluzionari”, magari presentati con sorprendente semplicità.
Adolfo Putignano