Pubblicato in: Sab, Nov 7th, 2015

Vitalizi ai politici… Perché non ridurli?

Privilegi/Tante le misere pensioni dei cittadini, tanti gli accumuli di rendite di parlamentari e manager…

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Rimane un tema caldo, pressante, soprattutto in tempi di crisi economica, sempre motivo di generale indignazione. Parlan­do dei vitalizi dei politici, Tito Boeri, presidente dell’Inps, ospite di Lucia Annunziata nell’ultima puntata di “in 1/2h” ha confermato che è propo­sta dell’Inps prevedere una riduzione fino al 50% per gli assegni dei politici “oltre 80- 85mila euro all’anno” ipotesi contenuta, ma comunque bloc­cata, nel pacchetto di misure presentato a giugno dall’Inps al governo, nel quadro di una riforma complessiva delle pensioni. Certamente la platea coinvolta sarebbe stata pic­cola “circa 200mila persone” interessando, oltre ai politici, “dirigenti di aziende, persona­le delle Ferrovie dello Stato, altre categorie…”. Ed allora, oggi come ieri o più di ieri, la domanda rimbombante è: cos’è un vitalizio? Una pensione, un assegno, un privilegio… In realtà le rendite percepite dagli ex parlamentari non sono delle vere e proprie pensioni, ma sono appunto delle indennità aggiuntive rispetto a queste, percepite dopo aver raggiunto una certa anzianità di servizio. Nel dettaglio, il vitalizio viene corrisposto a partire dal compi­mento del 65° anno di età o dal 60°, nel caso in cui il parlamen­tare sia stato in servizio per più di cinque legislature.

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In questo caso non occorre il raggiungi­mento del limite di età, ma il vitalizio può essere corrisposto a partire dalla fine della sesta legislatura nella quale è stato in carica. La somma corrisposta varia a seconda dell’anzianità di servizio accumulata e può oscillare tra i 2700 e 7200 euro mensili. Non sono pagati dall’Inps (come accade per tutti gli altri lavoratori) ma pesano direttamente sui bilanci di Camera e Senato. Inoltre la peculiarità del sistema giuridico italiano mette in risalto il cumu­lo che si può fare dei vitalizi: se si svolgono cariche a livello parlamentare, regionale e anche europeo si possono ottenere sino a tre vitalizi. Se guardia­mo al passato, il vitalizio ha avuto un’origine condivisibile: già nella prima legislatura della Repubblica italiana, cioè nell’immediato dopoguerra, si stabilì che il parlamentare, non rieletto, avesse diritto ad una rendita per tutta la vita, in modo da permettere a tutti, anche deputati e senatori meno ricchi, di rinunciare al proprio lavoro per dedicarsi completamente all’attività politica, senza alcun condizionamento di carattere economico. Con il passare del tempo il vitalizio è divenuto un vero e proprio privilegio, che stride con le misere pensioni della maggioranza degli italiani. Vitalizi che indignano non tanto per i requisiti di età, quanto piuttosto per l’importo! 

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