A proposito di… Rilancio del Salento
È importante guidare l’attuale, veloce mutamento dei modelli di vita: c’è proprio bisogno di costruire fiducia e speranza nel progettare insieme il futuro sulla centralità della persona. Cioè sul fondamento di una fraterna convivenza e di una convinta cooperazione nazionale, europea e mondiale. In questa meravigliosa Italia. Molto varia, tutta bella. Lo sappiamo tutti, italiani e stranieri. E noi pugliesi e salentini, pur con gli antichi limiti, facciamo parte in modo rilevante di uno dei più interessanti tesori di storia, cultura, arte, splendori paesaggistici di una terra che costituisce una continua festa della Bellezza. Raccontata in modo ammaliante dalla natura e dalla vicenda umana di gente che nei millenni ha affinato mente e cuore attraverso tante civiltà in un territorio sempre più incantevole, impreziosito dall’incomparabile patrimonio delle diverse civiltà mediterranee. E Lecce con il Salento, cordiale, incantevole, memorabile per gentilezza e ospitalità, suggestiva per le piazze, i palazzi, le chiese e i campanili illuminati dalla calda pietra ricamata dal barocco, location prediletta per proposte cinematografiche e televisive capaci di far sognare con la poesia della storia e delle tradizioni, costituisce un prezioso e raffinato tesoro d’arte e cultura.
Indimenticabile per ogni visitatore. Certo, costituisce motivo di orgoglio leggere un articolo nell’aprile scorso e ancora un altro degli ultimi giorni intitolato “L’antico fascino della Puglia” sul New York Times, il quotidiano americano più prestigioso. Ovviamente, poi, sono brillati gli occhi di tanti seguendo la puntata “Ulisse, il piacere della scoperta” sull’ammaliante viaggio della Rai nel nostro territorio. Occorre, però, che il Salento, con tutta la regione, non sia solo splendida location, ma, come nella sua storia d’incontri interculturali, diventi davvero un laboratorio di vita e di progetti per un futuro fondato sulla base della sua identità, ricca di un mirabile patrimonio civile, culturale e religioso sul quale può germogliare la speranza. C’è bisogno, pertanto, di incrementare la comune dedizione per la promozione umana di tutti. A cominciare dai cristiani laici, chiamati, unitamente a clero e religiosi, a essere sempre più cittadini, protagonisti operosi e testimoni di un progetto che si avvalga delle proposte del Vangelo nelle dinamiche della storia locale: fervido lievito di nuova umanità. Nel pluralismo, senza integralismi e in collaborazione con tutti, occorre favorire il riferimento alla vita spirituale, con un corale impegno della comunità ecclesiale. Solidarietà e comunione con Dio sono il fermento di cui c’è davvero necessità, all’interno di un rinnovato percorso che, partendo dagli ‘ultimi’ e dai nuovi poveri, producano un’energica ricostruzione del tessuto umano e una riforma sociale fondata sulla giustizia e fraternità.
Adolfo Putignano