I Vangeli dell’Infanzia… Manifestazioni di Fede
Matteo e Luca/Entrambi gli Evangelisti raccontano di Gesù bambino e fanciullo.
A differenza di Marco che all’inizio del suo vangelo (considerato il più antico) ci presenta Gesù già adulto agli esordi del ministero pubblico, Matteo e Luca dedicano i due capitoli iniziali dei loro scritti all’infanzia di Gesù. Questi capitoli, denominati vangeli dell’infanzia, non sono solo semplici ricordi storici, ma una testimonianza su Cristo. Attraverso i fatti che raccontano, i due evangelisti intendono presentare da subito la missione e la vera identità di Gesù. In particolare, Matteo sembra mosso da due preoccupazioni. La prima: affermare la discendenza davidica di Gesù. Egli è il discendente di Davide, che porta a compimento le profezie messianiche confluite nella dinastia regale a partire dal vaticinio di Natan (2 Sam 7,1-17). La seconda: mostrare come la vita di Gesù sia stata segnata da reazioni contrastanti. I magi, che sono stranieri, si mettono alla ricerca del “re dei Giudei”, lo trovano e lo adorano, prefigurando con il loro atteggiamento la futura adesione dei “gentili” al vangelo. D’altra parte, Erode cerca di far morire il presunto rivale, mentre i capi religiosi e tutta Gerusalemme rimangono paralizzati dal terrore, anticipando così il rifiuto di Gesù da parte del suo popolo. L’ombra della croce comincia così a profilarsi sul neonato di Betlemme. Da parte sua, Luca anticipa alcune tematiche che gli stanno più a cuore, elaborando i dati tradizionali.
Egli sottolinea innanzitutto l’universalità della salvezza che si realizza in Cristo. Infatti, per bocca degli angeli, Luca afferma che Gesù è il Salvatore, la manifestazione al mondo della benevolenza divina verso tutta l’umanità (cf. Lc 2,11.14) e per bocca di Simeone, ribadisce che Cristo è salvezza preparata da Dio davanti a tutti i popoli e luce di rivelazione per le genti (cf. Lc 2,31-32). Inoltre, il terzo evangelista incornicia tutto il racconto con una inclusione significativa: la scena d’apertura (cf. Lc 1,5) e quella di chiusura (cf. Lc 2,41-42) si svolgono nel Tempio di Gerusalemme, segno dell’Antica Alleanza, aperto alla Nuova Alleanza in Cristo. Infatti, tutta la vita di Gesù è orientata verso questo centro “teologico” per attuare la missione di salvezza affidatagli dal Padre. Oltre a questa componente teologica di fondo, nel vangelo dell’infanzia di Luca emergono altri temi caratteristici, come l’azione dello Spirito Santo che, in Maria, realizza il concepimento verginale ed in Elisabetta, Zaccaria e Simeone, permette il riconoscimento in Gesù del Messia; la gioia messianica per la nascita del Salvatore; la lode a Dio per le meraviglie da lui compiute; la preghiera assidua da parte delle persone semplici, che rivivono lo spirito dei poveri di Jhwh dell’Antico Testamento; la povertà, messa in rilievo con la descrizione della nascita di Gesù in una stalla e con l’episodio dei pastori, appartenenti ad una classe sociale bassa e disprezzata dal giudaismo. Dunque, due prospettive diverse che, tuttavia, manifestano la medesima fede in Gesù.