Cotroneo: nel Salento ho trovato il Sud che preferisco
L’intellettuale tra i ragazzi dell’Artistico: la cultura è talmente multimediale che non si può fare una sola cosa nella vita.
“Sono venuto qua per la prima volta nel 1988. Ho visto un Salento straordinario e siccome venivo da una famiglia cresciuta nel nord ma con origini nel sud, senza avere più parenti, in fondo ho cercato un mio sud per tutta la vita e l’ho trovato qui”.
È stata davvero un’invasione intellettuale attiva quella avvenuta sabato 17 e domenica 18 ottobre. La due giorni di Leccelegge Festival della Letteratura, organizzata dalle Associazioni Arteverso, Nireo e Leccelegge, patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Lecce è stata il fiore all’occhiello tra le attività di Lecce Capitale Italiana della Cultura 2015. Tutti gli appuntamenti sono stati declinati nella lettura di Italo Calvino, di cui ricorrono i trent’anni dalla morte. Palazzi, scuole, luoghi istituzionali, sono stati crocevia di letture animate e appassionate. Tantissimi i partecipanti in tutti gli eventi: dagli incontri con gli autori in tre Licei della città, alle letture tenute da attori professionisti e lettori appassionati nei cortili delle dimore storiche, ai laboratori al Must con i Cantastorie, i Sentieri di Carta e i Disegni arrabbiati, fino ai Libri in mostra.
Ancora approfondimenti nei Dialoghi su Calvino e per i nottambuli, ancora affamati di libri, è stato possibile seguire i Cantacronache in cinque locali della città dove si cantavano i quattro brani musicali scritti da Calvino. Tra gli scrittori intervenuti alla manifestazione Roberto Cotroneo, animatore di due incontri, uno rivolto agli studenti del Liceo Artistico “Ciardo Pellegrino” di Lecce e l’altro al Dajs, entrambi sulla fotografia, a cui è dedicato il suo ultimo libro Lo sguardo rovesciato. Come la fotografia sta cambiando le nostre vite, Utet 2015. L’abbiamo incontrato in entrambi gli appuntamenti. Con gli studenti ha approfondito il rapporto tra la fotografia e la creatività, mentre nell’incontro successivo il concetto di nitidezza tra fotografia e letteratura.
Roberto Cotroneo: scrittore, poeta, giornalista, professore, fotografo. L’intellettuale.
Io penso che non è un voler strafare. Oggi la cultura è talmente multimediale che non si può fare una sola cosa nella vita. Ormai i meccanismi di espressione passano attraverso mezzi diversi. Un po’ come accadeva nel Rinascimento, quando non esistevano solo i pittori o solo gli scultori: erano architetti, dipingevano, scrivevano versi e facevano tante altre cose.
Il linguaggio dell’immagine e della parola scritta. Quale il più immaginifico?
Credo che sia un tutto insieme. Oggi l’immagine è molto forte e dà delle grandi soddisfazioni ma anche la letteratura credo sia diventata compagna di strada di espressioni artistiche interessanti.
Roberto Cotroneo e Italo Calvino.
Mi viene in mente quando ho avuto la possibilità di vedere le lettere di Calvino che nessuno ha mai letto. Le lettere che lui scrisse a Elsa de Giorgi, acquistate dal Fondo Manoscritti dell’Università di Pavia, vincolate dagli eredi di Calvino per una cinquantina d’anni quindi impossibili da leggere, custodite in una cassaforte. Io queste lettere le ho avute per le mani perché Elsa de Giorgi, la diva dei Telefoni Bianchi che era stata compagna di Calvino, mi chiamò un giorno, mi invitò a casa sua, aprì un baule e cominciò a tirar fuori queste lettere in una maniera bizzarrissima. Erano firmate tutte solo con la I di Italo, non le firmava per intero. E questo è uno dei ricordi. L’altro ricordo è quando ero bambino e lessi per la prima volta Marcovaldo.
Roberto Cotroneo e il Salento.
Io sono venuto qua per la prima volta nel 1988 perché ho avuto la mia ex moglie di Lecce. Ho visto un Salento straordinario e siccome venivo da una famiglia nata e cresciuta nel nord ma con origini nel sud, senza avere più parenti, in fondo ho cercato un mio sud per tutta la vita e l’ho trovato qui. È il mio sud e la mia origine perché i miei erano calabresi di origine e si erano trasferiti in Piemonte negli anni ’30. Mi rimaneva questa visione del sud nella sua intensità però non avevo un sud perché andavamo al mare in Liguria. In fondo ho avuto la possibilità di scegliere il sud che preferivo e ho scelto questo.
Maria Agostinacchio