Salute&Benessere/Perché rivolgersi allo Psicologo?
Benessere relazionale e percettivo della realtà e dei rapporti sociali che migliorano la qualità della vita.
Ci sono tanti motivi per rivolgersi ad un esperto della salute mentale quale lo psicologo, lo psicoterapeuta o lo psichiatra, motivi che variano a seconda delle esperienze di vita di ognuno. Ci si può sentire non in grado di affrontare un cambiamento oppure una relazione, si possono avere conflitti di coppia, coniugali, genitoriali o relazionali in genere, si può soffrire di crisi d’ansia, di attacchi di panico, di depressione, di disturbi dell’umore, di disturbi dell’alimentazione, di disturbi psicosomatici (cefalea, psoriasi, mal di pancia, etc..), di fobie, di insonnia, si può essere vittima di traumi, di dipendenze, di tic o aver sofferto per un lutto, etc… Chi si rivolge allo psicologo cerca di lenire intensi blocchi esistenziali che determinano una compromissione significativa dei comportamenti dell’individuo sul piano affettivo, sociale e lavorativo e che non risultano risolvibili nella propria cerchia di prossimità (amicale/familiare).
Lo psicologo dovrebbe rispondere a problemi individuali e collettivi, poiché esercita il mestiere della mente, esercita una professione che permette di studiare i problemi che nascono nei rapporti interpersonali, potenzia le risorse e accompagna gli individui nei momenti di difficoltà ed opera attraverso le parole. La persona che sceglie di andare dallo psicologo non lo fa con leggerezza, pondera con cautela tale decisione, poiché andare in cura da “uno bravo” è spesso sinonimo di insanità mentale a causa dei troppi pregiudizi e luoghi comuni che ruotano intorno a tale figura professionale, regolamentata da un codice deontologico che tutela chiunque si rivolga all’esperto. Spesso la scelta di rivolgersi ad un professionista, così come si fa chiamando l’idraulico quando un blocco ottura il lavello ostruendo il normale corso dell’acqua, è limitata da forti preconcetti legati soprattutto alla vergogna del proprio malessere e della propria sofferenza, dall’idea che costi tanto oppure che duri troppo tempo per cui il fatto di andare dallo psicologo è da tenere nascosto, tanto da farlo divenire un tabù. A volte capita di pensare di poter riuscire da soli ad affrontare determinate situazioni ed altre volte ancora è il corpo che lo chiede, poiché nessuna spiegazione fisica è esaustiva del malessere provato. Spesso infatti ci si rivolge dopo anni ed anni di cure farmacologiche finché non si scopre che il disagio non deriva da alcuna patologia fisiologica, ma è diventato un vero blocco esistenziale tale da limitare la quotidianità di chi lo vive e di chi è accanto. La professione dello psicologo si qualifica come una professione della relazione basata sulle capacità relazionali dell’esperto. Questo rapporto professionale si basa quindi sullo scambio simbolico-relazionale e sulla produzione di servizi/prodotti anche materiali.
Ciò che si trova dallo psicologo è una relazione empatica in cui il soggetto si sente accolto e la sofferenza assume un significato nel percorso di vita di ognuno. Lorna Benjamin Smith definisce la sofferenza un dono d’amore, quello che il paziente designato (ossia colui che porta con sé la patologia) offre alla propria cerchia di prossimità, solitamente rappresentata dalla famiglia e nello specifico dalle figure genitoriali. Capita spesso nella pratica clinica di incontrare persone che soffrono di una profonda solitudine che le rende vulnerabili ad un insieme di emozioni negative, vergogna, paura, rabbia, tristezza, disprezzo. Questa solitudine è talmente invalidante che ogni attività sembra superflua e che ogni azione si ripete uguale a se stessa senza alcun cambiamento che possa far provare una minima sensazione di gioia, emozione sconosciuta alla maggior parte di coloro che scelgono di andare in terapia. Chi si rivolge allo psicologo acquisisce benefici di natura psicologica, di benessere relazionale e percettivo della realtà e delle relazioni sociali, migliorando significativamente la qualità della propria vita.