Lecce/Corte d’Appello, Storia di una conquista faticosa
Mentre si parla con insistenza della soppressione per motivi di riorganizzazione amministrativa.
La possibile soppressione della Corte d’Appello di Lecce rispondente a logiche di riorganizzazione amministrativa viene a chiudere circa un secolo di attività giurisdizionale e di sapienza giuridica. L’istituzione della Corte d’Appello di Lecce è stata un’aspirazione delle popolazioni salentine sin dall’Ottocento; già nel marzo 1861 gli onorevoli Gaetano Brunetti e Vincenzo Cepolla chiedevano con fermezza al 1° Parlamento Cisalpino l’istituzione a Lecce di una Corte d’Appello con giurisdizione su tutta l’antica Provincia, comprendente Brindisi e Taranto. Tali richieste, reiterate negli anni, trovano realizzazione nel momento in cui, con il “Regio Decreto nel 23 giugno 1930, N. 873, viene istituita la sezione di Corte d’Appello di Lecce con giurisdizione sui Tribunali di Lecce e Brindisi. Col successivo Regio Decreto, ottobre 1930, N. 1427 viene stabilito il funzionamento del Tribunale con decorrenza dal 1 dicembre 1930”.
Tra gli intellettuali salentini, uniti dalla comune aspirazione per l’istituzione a Lecce dell’Alta Magistratura, si leva la voce del medico e storico Nicola Vacca. Il suo intervento si esprime con la pubblicazione sul Giornale d’Italia, in data 5 gennaio 1930, dell’articolo “La Corte d’Appello di Lecce nella Storia” e nell’aprile successivo, con una conferenza sul tema “I precedenti storici della Corte d’Appello di Lecce”, rivolta alla Brigata degli Amici dei Monumenti di Lecce. Nel gennaio 1931 Nicola Vacca pubblica la monografia “La Corte d’Appello di Lecce nella storia” per i tipi della Tipografia La Modernissima. Nella pubblicazione l’autore, a sostegno dell’indagine storica, si avvale di ricerche documentarie e archivistiche nel tentativo di ricostruire la storia giudiziaria di Lecce e l’evolversi degli Ordinamenti politici e giurisdizionali, attraverso i secoli, individuando, nel lontano sostrato storico, una continuità di Istituzioni e di Magistrature, dal secolo XV fino all’inizio del XIX secolo. Sono quindi presi in esame gli Ordinamenti Giudiziari istituiti in successione temporale. Sul finire del Trecento e l’inizio del secolo successivo, durante il periodo della Contea di Lecce, la Città gode di ordinamenti giuridici privilegiati.
Il Concistorium Principis, fondato nel 1402 da Raimondello Orsini è il supremo Tribunale feudale e svolge funzione di giurisdizione d’Appello sugli Stati del potente feudatario. Il Sacro Regio Provincial Consiglio Otrantino, istituito a Lecce nel 1463, da re Ferrante I d’Aragona è la suprema Magistratura paragonabile alle moderne Corti d’Appello e di Cassazione, con giurisdizione estesa su tutte le Puglie e su parte della Basilicata. Il re Federico d’Aragona, secondogenito di Ferrante e i successivi Monarchi spagnoli Carlo V e Filippo II confermano tutti i privilegi, in considerazione dell’importanza delle tradizioni storiche e culturali della Città. Carlo V, in segno di predilezione, conferma Lecce Caput Apuliae proclamandola seconda città del Regno e sede di Governatorato. La Città viene insignita della Corona Imperiale. La particolare condizione giuridica della Città, conferita dal potere politico avvicendatosi nel tempo, rende Lecce Sede privilegiata di importanti Ordinamenti Giudiziari.
L’antico Stemma della Provincia Idruntina. Nel 1881 – anno in cui furono cacciati i turchi da Otranto – fu aggiunta la mezzaluna in bocca al Delfino stizzoso (Da una stampa antica della Collezione dell’Autore)
A Lecce coesistono contemporaneamente due Alte Magistrature: 1. La Sacra Regia Udienza di Apulia, Tribunale di prima istanza, la cui lunga attività è suffragata da copiosa documentazione riferibile agli anni 1518-1590 e dai Provvedimenti e dagli Atti emessi fino al 1808, anno dell’abolizione del Tribunale per l’entrata in vigore dell’Ordinamento Giudiziario francese. La legislazione francese istituisce il Tribunale d’Appello nella città di Altamura con competenza sulle provincie di Terra d’Otranto e Basilicata. I Borboni successivamente, aboliscono l’Istituto Giuridico di Altamura (1832). Con l’Unità d’Italia, la Corte d’Appello rimane a Trani che giudica dal 1832 al 1923. La Corte viene poi trasferita a Bari. 2. Il Sacro Regio Provinciale Consiglio Otrantino che “ininterrottamente, dal 1463 al 1590, esercita le sue funzioni di Tribunale d’Appello in Lecce”. Nel corso del Seicento, le funzioni del Provinciale Consiglio Otrantino vengono assorbite dal Sacro Regio Consiglio di Napoli.
Antonella Vacca