Pubblicato in: Ven, Dic 11th, 2015

Lecce/Corte d’Appello, Storia di una conquista faticosa

Mentre si parla con insistenza della soppressione per motivi di riorganizzazione amministrativa.

La possibile soppres­sione della Corte d’Appello di Lecce rispondente a logiche di riorganizzazione amministrativa viene a chiu­dere circa un secolo di attività giurisdizionale e di sapienza giuridica. L’istituzione della Corte d’Appello di Lecce è stata un’aspirazione delle popolazioni salentine sin dall’Ottocento; già nel marzo 1861 gli onorevoli Gaetano Brunetti e Vincenzo Cepolla chiedevano con fermezza al 1° Parlamento Cisalpino l’istituzione a Lecce di una Corte d’Appello con giurisdi­zione su tutta l’antica Provin­cia, comprendente Brindisi e Taranto. Tali richieste, reiterate negli anni, trovano realizzazione nel momento in cui, con il “Regio Decreto nel 23 giugno 1930, N. 873, viene istituita la sezione di Corte d’Appello di Lecce con giurisdizione sui Tribu­nali di Lecce e Brindisi. Col successivo Regio Decreto, ottobre 1930, N. 1427 viene stabilito il funzionamento del Tribunale con decorrenza dal 1 dicembre 1930”.

COPERTINA

Tra gli intellettuali salentini, uniti dalla comune aspirazione per l’istituzione a Lecce dell’Alta Magistratura, si leva la voce del medico e storico Nicola Vacca. Il suo intervento si esprime con la pubblicazione sul Giornale d’Italia, in data 5 gennaio 1930, dell’articolo “La Corte d’Appello di Lecce nella Storia” e nell’aprile successivo, con una conferenza sul tema “I precedenti storici della Corte d’Appello di Lec­ce”, rivolta alla Brigata degli Amici dei Monumenti di Lec­ce. Nel gennaio 1931 Nicola Vacca pubblica la monografia “La Corte d’Appello di Lecce nella storia” per i tipi della Tipografia La Modernissima. Nella pubblicazione l’auto­re, a sostegno dell’indagine storica, si avvale di ricerche documentarie e archivistiche nel tentativo di ricostruire la storia giudiziaria di Lecce e l’evolversi degli Ordinamen­ti politici e giurisdizionali, attraverso i secoli, indivi­duando, nel lontano sostrato storico, una continuità di Istituzioni e di Magistrature, dal secolo XV fino all’inizio del XIX secolo. Sono quindi presi in esame gli Ordina­menti Giudiziari istituiti in successione temporale. Sul finire del Trecento e l’inizio del secolo successivo, du­rante il periodo della Contea di Lecce, la Città gode di ordinamenti giuridici privi­legiati.

PIAZZA DUOMO

Il Concistorium Princi­pis, fondato nel 1402 da Raimondello Orsini è il supremo Tribunale feudale e svolge funzione di giurisdi­zione d’Appello sugli Stati del potente feudatario. Il Sacro Regio Provincial Consiglio Otrantino, istitu­ito a Lecce nel 1463, da re Ferrante I d’Aragona è la suprema Magistratura parago­nabile alle moderne Corti d’Appello e di Cassazione, con giurisdizione estesa su tutte le Puglie e su parte della Basilicata. Il re Federico d’Aragona, secondogenito di Ferrante e i successivi Monarchi spa­gnoli Carlo V e Filippo II confermano tutti i privilegi, in considerazione dell’impor­tanza delle tradizioni storiche e culturali della Città. Carlo V, in segno di predilezione, conferma Lecce Caput Apu­liae proclamandola seconda città del Regno e sede di Governatorato. La Città viene insignita della Corona Imperiale. La particolare con­dizione giuridica della Città, conferita dal potere politico avvicendatosi nel tempo, rende Lecce Sede privilegiata di importanti Ordinamenti Giudiziari.

STEMMA

L’antico Stemma della Provincia Idruntina. Nel 1881 – anno in cui furono cacciati i turchi da Otranto – fu aggiunta la mezzaluna in bocca al Delfino stizzoso (Da una stampa antica della Collezione dell’Autore)

A Lecce coesisto­no contemporaneamente due Alte Magistrature: 1. La Sacra Regia Udienza di Apulia, Tribunale di prima istanza, la cui lunga attività è suffragata da copiosa docu­mentazione riferibile agli anni 1518-1590 e dai Provvedi­menti e dagli Atti emessi fino al 1808, anno dell’abolizione del Tribunale per l’entrata in vigore dell’Ordinamento Giudiziario francese. La legislazione francese istitu­isce il Tribunale d’Appello nella città di Altamura con competenza sulle provincie di Terra d’Otranto e Basilicata. I Borboni successivamente, aboliscono l’Istituto Giu­ridico di Altamura (1832). Con l’Unità d’Italia, la Corte d’Appello rimane a Trani che giudica dal 1832 al 1923. La Corte viene poi trasferita a Bari. 2. Il Sacro Regio Provin­ciale Consiglio Otrantino che “ininterrottamente, dal 1463 al 1590, esercita le sue funzioni di Tribunale d’Ap­pello in Lecce”. Nel corso del Seicento, le funzioni del Pro­vinciale Consiglio Otrantino vengono assorbite dal Sacro Regio Consiglio di Napoli.

Antonella Vacca

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