Eventi Meteorici/I rischi geologici non risparmiano il Salento
Per preservare il suolo dal dissesto sarebbe necessario disciplinare attraverso un manuale tecnico comportamentale.
Negli ultimi decenni gli eventi meteorici eccezionali, cosiddetti critici, accadono sempre con maggiore frequenza, a tal punto da renderli quasi normali. I danni al territorio e alla popolazione sono sotto gli occhi di tutti. A questo continuo stillicidio di disastri non si sottrae nemmeno il Salento, terra apparentemente esente da criticità idrogeomorfologiche, ma continuamente interessata da eventi alluvionali – che hanno visto anche perdite di vite umane – che colpiscono sia i centri urbani sia tratti di costa ad alto valore culturale e paesaggistico. La domanda che spesso ci facciamo è perché. Per quale ragione anche in un territorio pianeggiante, i centri urbani si allagano, le strade diventano torrenti in piena e su alcune di queste si aprono voragini, tratti di costa crollano? Tutto questo viene racchiuso in due parole “dissesto idrogeologico”. Per spiegarlo sarebbe necessario consultare trattati di idrogeologia, geologia applicata, geomorfologia e soprattutto bisognerebbe chiederlo ad un geologo. Ad un geologo del territorio, capace di interpretare la storia e l’evoluzione di una determinata area, ma anche altri tecnici, proprietari e fruitori di immobili e terreni, coloro che dovrebbero esercitare tutti gli accorgimenti operativi e tecnici per un corretto uso del suolo e di fornire soluzioni adeguate per la mitigazione di tali rischi. Senza entrare nel merito delle problematiche naturali che investono questo tema e intrinseche nel territorio, alcune considerazioni possono essere comunque fatte. Il territorio salentino, come quello pugliese è costituito prevalentemente da rocce calcaree altamente permeabili, ricoperte in alcune zone (generalmente depresse) da depositi a bassa permeabilità, in corrispondenza delle quali è possibile ritrovare falde acquifere superficiali utili allo sviluppo rurale e urbano. È proprio in queste aree che molti centri abitati sono sorti e che già in passato probabilmente subivano allagamenti, con la sostanziale differenza che in passato la superficie impermeabile era molto ridotta e le acque si infiltravano nel sottosuolo, le campagne erano ben gestite anche da punto di vista idraulico, consentendo che il deflusso delle acque superficiali avvenisse nei naturali recapiti finali rappresentati da vore e inghiottitoi, oggi molto spesso obliterati per la scarsa manutenzione delle amministrazioni locali.
La loro antica collocazione in aree depresse, quasi sempre ricoperte da depositi colluviali argillosi-sabbiosi che ostruiscono i punti di assorbimento, e l’intensa urbanizzazione che dagli anni 70 ha interessato il territorio, hanno incrementato le criticità e le vulnerabilità dei centri urbani, coinvolti sempre più frequentemente in estesi alluvionamenti. È da evidenziare che nell’ultimo decennio molto ha fatto la Regione Puglia in questo senso, adeguando i sistemi di fognatura pluviale che tuttavia in alcuni casi non sono riusciti a far fronte ad eventi meteorici particolarmente intensi con danni ingenti alle infrastrutture e alla popolazione, in alcuni casi con perdite di vite umane. Un obiettivo importante che tutti noi dovremmo proporci è quello di imparare ad apprezzare e tutelare il nostro territorio, instillare nei nostri giovani sin da subito la cultura della prevenzione e della mitigazione del rischio, oltre che azioni comportamentali da adottare in caso di eventi di piogge critici. Per preservare la risorsa suolo dal dissesto, sarebbe necessario disciplinare attraverso un manuale tecnico-comportamentale, per promuovere le materie inerenti la gestione dei suoli per la prevenzione del rischio idrogeologico. Il 6 settembre scorso, i geologi italiani sono scesi nelle maggiori piazze italiane per la “Giornata nazionale sui Georischi”, indetta dal Consiglio Nazionale dei Geologi in collaborazione con gli Ordini Regionali e con l’Ufficio della Protezione Civile, al motto di – Georischi, li (ri)conosco, mi difendo -. Il fine era quello di stimolare e incentivare l’interesse del cittadino verso i rischi geologici, la conoscenza del territorio locale e l’autoprotezione; importante anche la presenza e attività della Protezione Civile, che nella sua importante funzione istituzionale ha il ruolo fondamentale di informare la popolazione sui rischi naturali e antropici presenti nel loro territorio, fornendo inoltre norme e corrette pratiche comportamentali in caso di evento. Una popolazione informata, consapevole e attiva, impedisce da un lato che l’egoismo e l’avidità prendano il sopravvento nelle loro vite fino a distruggere l’equilibrio dell’ambiente stesso in cui vivono, e allo stesso modo pretende il giusto comportamento da parte delle istituzioni, sviluppando progetti che vadano anche nella direzione della divulgazione delle tematiche dei rischi naturali che interessano il nostro territorio.
Maria Teresa Friolo