Pubblicato in: Dom, Set 21st, 2014

“La conquista del titolo proietterebbe subito la nostra Città nel mondo”

Paolo Perrone ha consegnato presso il Ministero per i Beni Culturali il secondo bid book per la candidatura di Lecce 2019.

img_2

“Basti pensare che Marsiglia, Capitale Europea della Cultura nel 2013, è passata dagli abituali 600mila a ben 7 milioni di visitatori. Una grande opportunità per reinventare la nostra città a partire proprio dalla cultura”. 

Il primo cittadino e tutta la città, con il Salento inte­ro a fare il tifo, hanno in­crociato le dita. Nei gior­ni scorsi Paolo Perrone ha consegnato a Roma presso il Ministero dei Beni Culturali il Bid Book, il libro che racconta la città barocca e il ter­ritorio che la circonda: la sua identità storica e culturale, la sua economia, i suoi paesaggi, le sue bellezze,le cose da fare. Ora Perrone è in attesa di ri­cevere in città, il prossimo 6 ottobre, la Commissione giudicatrice per una veri­fica sul campo di idee e progetti, prima dell’audizione conclusiva che si terrà a Bruxelles dopo qualche giorno.

Sindaco, la scorsa settimana ha consegnato presso il Ministero per i Beni e le Attività Cultura­li a Roma, il secondo Bid Book per la candidatura di Lecce2019, ad un anno di distanza dal pri­mo. Che cosa ha significato e significa per lei e per la città di Lecce questo traguardo?

È motivo di orgoglio ma nello stes­so tempo di grande responsabilità per cercare di vincere una sfida che resta difficilissima. Ed è anche la conferma che la strada intrapresa è quella giu­sta, che il lavoro portato avanti fino a questo momento è stato eccellente.

Centoventi pagine, frutto di una scrittura collettiva, che si fa interprete dei desideri e dei bisogni di un’intera comunità. Quali saranno i benefici che Lec­ce riceverà in caso di vittoria?

I benefici saranno evidenti, sotto tutti i punti di vista. Saremo in gra­ do di realizzare numerosi progetti che cambieranno il volto di questa città mi­gliorando la qualità della vita dei miei concittadini. Una vittoria proiettereb­be la nostra città nel mondo. Sarebbe un risultato straordinario capace di porre Lecce al centro dei flussi turistici internazionali. Basti pensare che Mar­siglia, Capitale Europea della Cultu­ra nel 2013, è passata dagli abituali 600mila a ben 7 milioni di visitatori. Per non parlare delle innumerevoli opportunità di lavoro che potrebbero crearsi.

Quali sono ora i prossimi step? Che cosa prevede l’iter di valuta­zione da parte della commissio­ne? Quali i tempi?

Il prossimo appuntamento è fissato per il 6 ottobre, giorno in cui ospite­remo una delegazione internazionale della Commissione giudicatrice per una verifica sul campo delle idee e dei progetti messi in cantiere dallo staff di Lecce 2019, mentre a metà ottobre ci recheremo a Bruxelles per l’audizione conclusiva.

01

Può indicarci concretamente qualche grosso progetto, pre­sente all’interno del dossier, che verrà realizzato per la città in caso di vittoria?

Tra le opere infrastrutturali vorrei segnalarvi la Torre d’Europa, le Mas­serie Urbane e il Villaggio Culturale. La Torre d’Europa sarà il simbolo di Lecce 2019, un progetto che coinvolge le marine leccesi e che guarda al Me­diterraneo, mentre il Villaggio sorgerà all’interno dell’ex ospedale Galateo dove troveranno ‘casa’ le residenze ar­tistiche, sale prove, studi di produzione cinematografica, e tanto altro ancora. Le Masserie Urbane, infine, sono delle residenze agricole che sorgeranno in città. L’obiettivo è quello di realizzare comunità attive e sostenibili. Ovvia­mente di più non possiamo dire, alme­no in questa fase, per non dare vantag­gio ai nostri competitors.

Il direttore artistico Airan Berg, durante la cerimonia di consegna simbolica del dossier alla città, lo ha definito “il libro dei sogni”. Quanto c’è di oniri­co nella possibilità di vittoria? E quanto di concreto?

Il Bid Book che abbiamo presenta­to si basa sul nostro senso di identità, sulla nostra realtà economica, sul no­stro paesaggio, su tutto ciò che contenuto nel nostro territorio, rivisitato alla luce della visione di una possibile società e di una cultura possibile in cui ci sia spazio, benessere e prosperità per tutti. Una società in cui gli artisti e l’arte avranno ruolo fondamentale nel processo di cambiamento, ma dove ognuno avrà un suo ruolo e dunque una propria fetta di responsabilità nel rag­giungimento del cambiamento sperato. Un progetto europeo, che ha bisogno di una dimensione adeguata e di una ridefinizione della nostra relazione con il resto dell’Europa. Per questo abbia­mo deciso non solo di reinventare noi stessi, ma anche “Eutopia”: il luogo ideale, la città ideale in cui vivere, la città ideale per l’Europa. Un luogo che non raggiungi mai, perché è appunto utopia, ma per cui devi comunque la­vorare, che devi comunque perseguire, che implica l’utilizzo di energie conti­nue. Ecco perché io guardo con fiducia al rush finale. Abbiamo tutte le carte in regola per riuscire a vincere questa sfi­da. Io ci credo. E continuo a lavorare ogni giorno per questo.

Che cosa accadrà nella beneau­gurata ipotesi di vittoria?

Un eventuale successo non sareb­be solo un riconoscimento europeo ma una grande opportunità per rein­ventare la nostra città e il nostro ter­ritorio partendo proprio dalla cultura. “Reinventare Eutopia” – lo slogan di Lecce 2019 – vuol dire ridisegnare il futuro. Significa guardarsi dentro, scrollarsi di dosso ‘ancestrali’ timori e affacciarsi con gioia e convinzione al cambiamento evitando, dunque, di ac­ comodarsi sul valore del proprio pa­trimonio architettonico e artistico ma piuttosto riconoscersi, cogliere poten­zialità, mettere in connessione, saltare la barriera dell’isolamento per attiva­re tra i cittadini un ciclo continuo di conoscenze, possibilità e modelli di crescita innovativi. Sul piano concreto non posso svelarvi nulla ma i progetti messi in campo legati alla candidatura sono sicuramente innovativi e per certi versi suggestivi.

In occasione di un evento orga­nizzato da Repubblica a Lecce, confessò che all’inizio la propo­sta di candidatura di Lecce a Ca­pitale della Cultura 2019 era, per lei, una mera trovata elettorale. Oggi, invece, è a pochi passi dal traguardo. Cosa si sente di dire ai suoi cittadini? E cosa direbbe, invece, se potesse, alla commis­sione giudicatrice?

Non ho mai affermato una cosa simile. Mi sono limitato ad osservare che la candidatura di Lecce a Capita­le della Cultura 2019 è un’esperienza sempre più affascinante, iniziata ma­gari un po’ in sordina ma diventata con il passare dei giorni e dei mesi entusiasmante, tanto da riuscire a coinvolgere l’intera comunità salenti­na. Questo è un aspetto di cui anda­re legittimamente fieri. I leccesi sono i veri protagonisti di questo percorso partecipativo dal basso che si fonda sul coinvolgimento del cittadino e la sua partecipazione attiva all’interno del processo decisionale. Sono certo che la Commissione avrà compreso lo spirito con il quale la comunità si è attivata per sostenere questa candida­tura, compiendo un lungo tragitto e ri­uscendo ad amplificare al massimo un autentico senso di identità grazie alla partecipazione e alla condivisione.

Annalisa Nastrini

Lascia un commento

XHTML: You can use these html tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

 

Gli articoli più letti