“La conquista del titolo proietterebbe subito la nostra Città nel mondo”
Paolo Perrone ha consegnato presso il Ministero per i Beni Culturali il secondo bid book per la candidatura di Lecce 2019.
“Basti pensare che Marsiglia, Capitale Europea della Cultura nel 2013, è passata dagli abituali 600mila a ben 7 milioni di visitatori. Una grande opportunità per reinventare la nostra città a partire proprio dalla cultura”.
Il primo cittadino e tutta la città, con il Salento intero a fare il tifo, hanno incrociato le dita. Nei giorni scorsi Paolo Perrone ha consegnato a Roma presso il Ministero dei Beni Culturali il Bid Book, il libro che racconta la città barocca e il territorio che la circonda: la sua identità storica e culturale, la sua economia, i suoi paesaggi, le sue bellezze,le cose da fare. Ora Perrone è in attesa di ricevere in città, il prossimo 6 ottobre, la Commissione giudicatrice per una verifica sul campo di idee e progetti, prima dell’audizione conclusiva che si terrà a Bruxelles dopo qualche giorno.
Sindaco, la scorsa settimana ha consegnato presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali a Roma, il secondo Bid Book per la candidatura di Lecce2019, ad un anno di distanza dal primo. Che cosa ha significato e significa per lei e per la città di Lecce questo traguardo?
È motivo di orgoglio ma nello stesso tempo di grande responsabilità per cercare di vincere una sfida che resta difficilissima. Ed è anche la conferma che la strada intrapresa è quella giusta, che il lavoro portato avanti fino a questo momento è stato eccellente.
Centoventi pagine, frutto di una scrittura collettiva, che si fa interprete dei desideri e dei bisogni di un’intera comunità. Quali saranno i benefici che Lecce riceverà in caso di vittoria?
I benefici saranno evidenti, sotto tutti i punti di vista. Saremo in gra do di realizzare numerosi progetti che cambieranno il volto di questa città migliorando la qualità della vita dei miei concittadini. Una vittoria proietterebbe la nostra città nel mondo. Sarebbe un risultato straordinario capace di porre Lecce al centro dei flussi turistici internazionali. Basti pensare che Marsiglia, Capitale Europea della Cultura nel 2013, è passata dagli abituali 600mila a ben 7 milioni di visitatori. Per non parlare delle innumerevoli opportunità di lavoro che potrebbero crearsi.
Quali sono ora i prossimi step? Che cosa prevede l’iter di valutazione da parte della commissione? Quali i tempi?
Il prossimo appuntamento è fissato per il 6 ottobre, giorno in cui ospiteremo una delegazione internazionale della Commissione giudicatrice per una verifica sul campo delle idee e dei progetti messi in cantiere dallo staff di Lecce 2019, mentre a metà ottobre ci recheremo a Bruxelles per l’audizione conclusiva.
Può indicarci concretamente qualche grosso progetto, presente all’interno del dossier, che verrà realizzato per la città in caso di vittoria?
Tra le opere infrastrutturali vorrei segnalarvi la Torre d’Europa, le Masserie Urbane e il Villaggio Culturale. La Torre d’Europa sarà il simbolo di Lecce 2019, un progetto che coinvolge le marine leccesi e che guarda al Mediterraneo, mentre il Villaggio sorgerà all’interno dell’ex ospedale Galateo dove troveranno ‘casa’ le residenze artistiche, sale prove, studi di produzione cinematografica, e tanto altro ancora. Le Masserie Urbane, infine, sono delle residenze agricole che sorgeranno in città. L’obiettivo è quello di realizzare comunità attive e sostenibili. Ovviamente di più non possiamo dire, almeno in questa fase, per non dare vantaggio ai nostri competitors.
Il direttore artistico Airan Berg, durante la cerimonia di consegna simbolica del dossier alla città, lo ha definito “il libro dei sogni”. Quanto c’è di onirico nella possibilità di vittoria? E quanto di concreto?
Il Bid Book che abbiamo presentato si basa sul nostro senso di identità, sulla nostra realtà economica, sul nostro paesaggio, su tutto ciò che contenuto nel nostro territorio, rivisitato alla luce della visione di una possibile società e di una cultura possibile in cui ci sia spazio, benessere e prosperità per tutti. Una società in cui gli artisti e l’arte avranno ruolo fondamentale nel processo di cambiamento, ma dove ognuno avrà un suo ruolo e dunque una propria fetta di responsabilità nel raggiungimento del cambiamento sperato. Un progetto europeo, che ha bisogno di una dimensione adeguata e di una ridefinizione della nostra relazione con il resto dell’Europa. Per questo abbiamo deciso non solo di reinventare noi stessi, ma anche “Eutopia”: il luogo ideale, la città ideale in cui vivere, la città ideale per l’Europa. Un luogo che non raggiungi mai, perché è appunto utopia, ma per cui devi comunque lavorare, che devi comunque perseguire, che implica l’utilizzo di energie continue. Ecco perché io guardo con fiducia al rush finale. Abbiamo tutte le carte in regola per riuscire a vincere questa sfida. Io ci credo. E continuo a lavorare ogni giorno per questo.
Che cosa accadrà nella beneaugurata ipotesi di vittoria?
Un eventuale successo non sarebbe solo un riconoscimento europeo ma una grande opportunità per reinventare la nostra città e il nostro territorio partendo proprio dalla cultura. “Reinventare Eutopia” – lo slogan di Lecce 2019 – vuol dire ridisegnare il futuro. Significa guardarsi dentro, scrollarsi di dosso ‘ancestrali’ timori e affacciarsi con gioia e convinzione al cambiamento evitando, dunque, di ac comodarsi sul valore del proprio patrimonio architettonico e artistico ma piuttosto riconoscersi, cogliere potenzialità, mettere in connessione, saltare la barriera dell’isolamento per attivare tra i cittadini un ciclo continuo di conoscenze, possibilità e modelli di crescita innovativi. Sul piano concreto non posso svelarvi nulla ma i progetti messi in campo legati alla candidatura sono sicuramente innovativi e per certi versi suggestivi.
In occasione di un evento organizzato da Repubblica a Lecce, confessò che all’inizio la proposta di candidatura di Lecce a Capitale della Cultura 2019 era, per lei, una mera trovata elettorale. Oggi, invece, è a pochi passi dal traguardo. Cosa si sente di dire ai suoi cittadini? E cosa direbbe, invece, se potesse, alla commissione giudicatrice?
Non ho mai affermato una cosa simile. Mi sono limitato ad osservare che la candidatura di Lecce a Capitale della Cultura 2019 è un’esperienza sempre più affascinante, iniziata magari un po’ in sordina ma diventata con il passare dei giorni e dei mesi entusiasmante, tanto da riuscire a coinvolgere l’intera comunità salentina. Questo è un aspetto di cui andare legittimamente fieri. I leccesi sono i veri protagonisti di questo percorso partecipativo dal basso che si fonda sul coinvolgimento del cittadino e la sua partecipazione attiva all’interno del processo decisionale. Sono certo che la Commissione avrà compreso lo spirito con il quale la comunità si è attivata per sostenere questa candidatura, compiendo un lungo tragitto e riuscendo ad amplificare al massimo un autentico senso di identità grazie alla partecipazione e alla condivisione.
Annalisa Nastrini