Viaggio nella Storia/Presidenti Giallorossi
Il Lecce ha avuto dal 1927 ad oggi ben 43 Presidenti e tra questi una donna, la commercialista Isabella Liguori di Gallipoli. Quasi tutti leccesi ad esclusione di Savino Tesoro per tre anni alla guida della società.
L’AUSPICIO: ENRICO TUNDO, PATRON DI SUCCESSO COME JURLANO E SEMERARO
Come da copione: 1-0 e quarta vittoria dell’era Braglia. Stavolta contro il Cosenza. Ma, anche questa volta, “contornata” da grande sofferenza, così com’ era successo in occasione delle altre tre vittorie ottenute con Braglia in panchina: Ischia, a Melfi, Monopoli e Cosenza. Quattro gol, dodici punti: un bottino sostanzioso per un Lecce che, grazie alla strepitosa rete di Surraco (un bolide scagliato da circa 30 metri), domenica scorsa, oltre a mettere ko il Cosenza per la seconda volta in pochi giorni (mercoledì 11 scorso il Lecce-2 aveva vinto in Calabria, superando il secondo turno di Coppa Italia) ha potuto occupare il terzo gradino della graduatoria sia pure in compagnia di Foggia e Benevento. Una scalata verso l’alto che ha riacceso speranze e sogni dei tifosi, felici per queste vittorie striminzite e sofferte, ma preoccupati, alla pari di mister Braglia, del cammino futuro di questo Lecce che – ha detto il tecnico toscano – “se non cambierà marcia e mentalità, sarà molto difficile raggiungere grandi traguardi”.
L’AVV. LOPEZ Y ROYO PRIMO PRESIDENTE DELLA STORIA
Grande soddisfazione, dunque, nel popolo giallorosso per il ritorno al successo del Lecce. Ma una grande e speciale gioia l’ha vissuta Enrico Tundo (parleremo in avanti più diffusamente di lui), classificato come il 43° presidente della società giallorossa. A differenza di altri presidenti, Tundo ha bagnato questo suo importante incarico con una vittoria di prestigio contro il forte Cosenza. Ottenne, invece, solo un pareggio (1- 1) in casa della Aversana, il Lecce del primo presidente della storia giallorossa, l’avv. Luigi Lopez Y Royo. Era la stagione 1927-28 ed il Lecce militava nella Seconda divisione girone Sud: a campionato concluso i salentini furono ammessi a prender parte al torneo di Prima Divisone Sud; campionato che vide alternarsi alla guida della società dapprima Luigi Fanelli e poi Nicola D’Agostino. In questi primi anni di calcio a Lecce (in pratica dal 1929-30 fino al 1962-63) ci furono numerosi cambi nella guida societaria dei giallorossi. Fra i presidenti più “longevi”, diciamo così, del periodo preso in esame, spiccano i nomi di Giuseppe Giorgino e Umberto Giorgino (1938-39 e 1942-43), poi quello di Paolo Tuzzo (tre stagioni di fila: dal 39- 40’ al 1941-42) e quello più noto del magliese Marcello Chiatante (da 1950-’51 al 1952-’53). In questo periodo, il Lecce un anno saliva ed un altro scendeva dalla C alla serie D. L’avv. Chiatante morì nel gennaio del 1991, lasciando in eredità il Lecce in serie C ad un altro personaggio molto conosciuto nel mondo calcistico: Umberto Proto, noto avvocato di Manduria, deceduto nell’aprile del 1997. Un altro presidente di grande prestigio fu il compianto Ennio Bonea (deceduto nel dicembre del 2006), sotto la cui gestione il Lecce (da lui ereditato in 4° serie) fu costretto, per ragioni di natura economica, a disputare (1957-58) il campionato Interregionale, chiamato anche IV serie d’Eccellenza. Campionato che i giallorossi conclusero al sesto posto, ottenendo comunque la promozione in serie C.
IL RUOLO DI DEL PIANO ED INDRACCOLO
Una svolta nella conduzione societaria del Lecce incominciò ad aversi negli anni 60. E gran parte del rilancio del calcio a Lecce fu dovuto all’insediamento dell’industriale Grazio Antonio Del Piano, originario di Soleto, compaesano quindi dell’attuale patron giallorosso Tundo. Eletto come 29° presidente giallorosso, Del Piano subentrò nel maggio del 1963 a Luigi Esposito, nativo di San Cesario e morto nel luglio del 1994. Sotto la guida di Del Piano, il Lecce disputo tre stagioni e mezza di serie C alquanto dignitose. Soltanto l’ultimo anno (1965- 66) quando Del Piano passò il timone all’indimenticato avv. Marcello Indraccolo, fu un po’ tribolato, tanto che il Lecce rischiò la retrocessione. Prese le redini del comando societario, l’avv. Marcello Indraccolo cercò di costruire squadre che lottassero per la conquista della serie B e, pur di ottenere questo traguardo, ingaggiò tecnici di prestigio come Ambrogio Alfonso, Gianni Seghedoni, Ottorino Dugini e soprattutto il grande Eugenio Bersellini, sotto la cui guida il Lecce sfiorò la B, piazzandosi per due stagioni (1969 e 1970) al quinto posto. Stanco di non esser riuscito a centrare l’obiettivo della promozione in B, nel marzo del 1971 l’avv. Indraccolo decise di lasciare la società, consegnando il titolo nelle mani del sindaco dell’epoca. E bisogna dire che, dal 1971 al 1975, il Lecce disputò campionati di grande prestigio, conquistando sempre il secondo posto ma mai la promozione in serie C.