Bruno Tognolini: “I bambini di oggi vogliono adulti che raccontino qualcosa di bello”
A colloquio con lo scrittore per bambini: è la stessa cosa che facevano le nonne che erano in grado di fornire ai nipoti storie che non potevano trovare altrove. Solo così i piccoli ascolteranno incantati.
“La tecnologia ostacola e facilita la diffusione delle fiabe. Ostacola la tradizione di quelle scritte e orali. Ma al contempo la facilita perché esiste una tecnologia che racconta. Anche i video games narrano in modo particolare e interattivo”.
“Nelle scuole incontro ragazzi di ogni età e raccomando loro di nutrirsi sempre di buone storie. Non bisogna per forza leggere libri, si possono anche trovare storie nei film o nei fumetti. A volte è meglio un buon videogame che un cattivo libro”.
C’era una volta un mondo senza tecnologia, in cui i nonni ed i genitori raccontavano o leggevano ai propri bambini moltissime fiabe. Oggi quel mondo si è evoluto diventando sempre più tecnologico e caotico. Scopriamo con Bruno Tognolini, narratore e scrittore per bambini, se nel mondo d’oggi c’è ancora spazio per le fiabe e quanto esse possano essere importanti per i nostri bambini.
In un mondo caotico ed in continuo movimento, in cui sono in crisi i valori tradizionali si usano ancora le fiabe?
Innanzitutto dovremmo intenderci sul termine di fiaba. Dobbiamo capire se ci si rifeisce alla fiaba di tradizione classica, quella medievale che fonda le radici in un passato remoto e che è stata tramandata a voce o se si intendono le fiabe come storie esmplari e paradigmatiche della vita. Se facciamo riferimento a questa seconda tipologia di fiabe, e cioè alle storie che hanno funzione di fiabe, possiamo affermare che si usano ancora. Tantissimi film della Disney o della Pixar sono fiabe di oggi e sono costruiti su schemi tradizionali di fiaba, e sono seguitissimi. Sembra che il cinema sia abbastanza sostenuto da questi Family Movies, e cioè film per tutta la famiglia, che fanno registrare incassi molto alti. Le storie sono quelle necessarie alla società di oggi, e che in parte sono necessarie all’animo umano, ed oggi c’è un alto consumo di queste storie. Se invece facciamo riferimento a fiabe tradizionali, il consumo è assai più basso, ma ciò è anche comprensibile. Le fiabe classiche sono limitate a libri specialistici e sono somministrate da adulti. Anche quella di Shrek è una fiaba, che definirei metafiaba, in quanto è anche una parodia delle fiabe classiche.
I genitori del 2015 leggono ancora la favola della buonanotte ai propri figli?
Ho scritto un libro che si intitola “Leggimi forte” in cui racconto dieci anni di lettura a voce alta ogni sera a mia figlia. Purtroppo, o per fortuna, sono soltanto un narratore e non uno studioso teorico, e quindi non dispongo di statistiche o di dati. Non so cosa succede in Italia e non conosco i dati statistici. Non so quanti genitori leggano le favole ai propri figli, ahimè, credo che non siano tanti, anche perché oggi ci sono tante distrazioni.
Quali sono i maggiori valori che si possono trasmettere tramite una fiaba?
I valori che si trasmettono con le fiabe sono numerosi e diversi tra loro. Si possono trasmettere valori legati a qualcosa di stabile e duraturo nella vita degli uomini e valori contingenti alla propria epoca. Ad esempio, nelle fiabe, si tramandano i valori dell’indipendenza o del rispetto dell’infanzia. Tante fiabe raccontano l’autonomia e il rispetto del sesso femminile, come succede nella storia di Mulan, che qualche anno fa ho visto con mia figlia. Le fiabe raccomandano la ribellione e l’autonomia dalle inerzie e dalle prescrizioni della propria comunità. A volte le fiabe raccomandano la mobilità sociale e quasi l’emigrazione, come accade con Giovannino, che sentendo venuto il momento di cercar fortuna, fece il fagottello e partì. Le fiabe raccomandano ancora la fiducia e l’ostinazione, perché quando si finisce nella foresta intricata bisogna continuare ad andare e non scoraggiarsi finché non si vede una lucina nel buio. Anche le fiabe di oggi, spesso, ripropongono dei valori tradizionali che restano positivi.
I bambini al giorno d’oggi vogliono ancora ascoltare le fiabe?
I bambini vogliono ascoltare le fiabe e vogliono adulti che raccontino loro qualcosa di bello, scritto o composto apposta per loro, secondo le regole dell’arte. I bambini colgono l’intenzione di un adulto che vuole e sa, che ha appreso le regole dell’arte per raccontare storie belle. È la stessa cosa che facevano le nonne, che non possedevano la regola dell’arte in quanto scrittrici individuali, ma che avevano alle spalle una perfetta tradizione orale, e che quindi erano in grado di fornire ai bambini storie che non potevano trovare altrove. Quando i bambini colgono che un adulto vuole e sa raccontare, ascoltano incantati.
Le tecnologie facilitano o ostacolano la diffusione delle fiabe?
La aiutano e la ostacolano. Ostacolano la tradizione di fiabe scritte e orali. Quelle scritte perché se ne trovano meno, dato che il libro deve ormai competere con altri supporti che sono più attraenti, e quelle orali perché le raccontiamo di meno. A volte raccontiamo meno fiabe perché siamo davanti alla tv, ed anche quello è un apparecchio tecnologico. Ma la tecnologia facilita anche la diffusione delle storie perché esiste una tecnologia che racconta. Anche i videogames sono un supporto di narrazione, una narrazione particolare e interattiva. La qualità delle storie che sono raccontate spesso è ancora bassa, ma è in evoluzione, perché questa nuova tecnica del narrare sta attraendo nuovi artisti e raccontatori. Anche le nuove tecnologie, come smartphone tablet o computer, sono dei supporti narratori così come lo è una pagina di libro o la faccia della nonna che racconta.