Controlli più serrati per l’Isee 2015
Da qualche settimana, l’Inps provvede a trasmettere all’Agenzia delle Entrate i dati relativi al patrimonio mobiliare attestato dal contribuente nella Dichiarazione Sostitutiva Unica, al fine di ottenere l’Attestazione Isee 2015. La trasmissione di tali dati è finalizzata a rilevare eventuali omissioni o difformità, che vengono poi indicate nella stessa Attestazione Isee, ai sensi dell’articolo 11, comma 5, del Dpcm n. 159/2013. Nelle “Annotazioni” dell’Attestazione Isee 2015 vengono infatti dettagliate le omissioni o le difformità riscontrate a seguito del controllo effettuato con l’Agenzia delle Entrate, segnalando la data del controllo stesso. In genere, a seguito del controllo viene rilevata l’esistenza di rapporti finanziari, quali, ad esempio, depositi e conti correnti bancari o postali, che il dichiarante avrebbe dovuto indicare nel Quadro FC2, Sez. I, della Dichiarazione Sostitutiva Unica. All’interessato – ma quindi, ovviamente, anche ai suoi familiari ricompresi nella Dsu – viene fatto presente che riportando l’Attestazione omissioni oppure difformità, il soggetto richiedente la prestazione ha facoltà di presentare una nuova Dsu, comprensiva delle informazioni in precedenza omesse o diversamente esposte. In alternativa, il richiedente può fare domanda per la prestazione avvalendosi dell’Attestazione che riporta omissioni oppure difformità, ma in tal caso ne verrà messa ovviamente a conoscenza l’Amministrazione che eroga la prestazione sociale agevolata per cui si inoltra richiesta.
In tal caso, l’Ente erogatore potrà richiedere idonea documentazione, atta a dimostrare la completezza e veridicità dei dati indicati nella dichiarazione. La documentazione andrà richiesta – da parte dell’Amministrazione che eroga la prestazione sociale agevolata – esclusivamente all’intermediario (Banca, Poste Italiane, ecc.) che ha comunicato i rapporti finanziari all’Agenzia delle entrate. Ricordiamo che da gennaio 2015 è entrato in vigore il nuovo Isee e quindi tutte le Attestazioni rilasciate nel corso del 2014 non sono più valide. Con la riforma dell’“Indicatore della capacità economica equivalente” il legislatore ha inteso misurare – in modo più dettagliato – la capacità economica delle famiglie ai fini dell’accesso alle prestazioni sociali agevolate. Queste sono prestazioni o servizi sociali assistenziali la cui erogazione dipende dalla situazione economica del nucleo del richiedente. L’Isee, nel valutare la situazione economica delle famiglie, tiene conto del reddito di tutti i componenti e del loro patrimonio (considerato al 20%), applicando una parametrazione sulla base della composizione del nucleo familiare e delle sue caratteristiche. L’indicatore tiene anche conto di particolari situazioni di bisogno come i nuclei con tre o più figli oppure i nuclei con persone disabili e/o non autosufficienti. Le nuove modalità di controllo dovrebbero costituire un fondamentale tassello nell’identificare meglio le condizioni di bisogno delle famiglie, attraverso il contrasto alle tante pratiche elusive ed evasive, purtroppo ancora assai diffuse.
Antonio Silvestri