Isis, Parigi, Terrore… E i bambini stanno a guardare
ESPERIENZE/È DIFFICILE CON LE PAROLE UN DISEGNO PUÒ AIUTARE
“Fare scuola è stare nella storia” così all’indomani dei fatti di Parigi ti ritrovi, nella scuola dell’infanzia, davanti a bambini molto piccoli che hanno appreso dalla tv o dall’espressione preoccupata dei genitori che è successo qualcosa di grave. Cos’è Parigi, cosa il terrorismo, cosa una strage, cosa l’Isis … probabilmente per loro parole vuote. Alle docenti non rimane altro che cercare di tirar fuori quell’emozione evitando eccessi di dettagli. Trovare la strada giusta, perché è difficile parlare con i bambini. Ci rimane il disegno, quel foglio bianco dove esprimersi e imparare a comunicare emozioni: una sfida. Ed hanno comunicato attraverso i colori del buio le loro emozioni più tristi accompagnandole sullo stesso disegno con prati colorati usando i colori della luce che esprimono la speranza nella bellezza.
E allora quelle parole sconosciute erano vive, rimandavano a qualcosa di più profondo e si è chiesto ai bambini di dargli una forma. E allora se per parole come “mamma, abbraccio, pace”, spontaneamente e per sconosciuti processi mentali, hanno dato la forma rotonda, ad altre come guerra, pistola, terrore danno la forma del triangolo, più spigoloso e per questo pericoloso. Alla domanda “Isis, che forma dai a questa parola?”, solo quattro lettere per loro assolutamente senza senso hanno assunto una forma triangolare, perché non lo sappiamo perciò continueremo a giocare…. Chi opera nella scuola dell’infanzia conosce e applica il valore della lentezza, e allora non conta ciò che la scuola ha raccontato il 16 novembre ma ciò che avviene nel quotidiano perché per i nostri bambini non c’è la campanella d’inizio e fine della lezione, è vita insieme e continueremo a crescere cercando di stare nella storia, imparando le prime regole di convivenza civile.
Raffaella Pico
Scuola dell’Infanzia – Istituto Comprensivo “E. Springer” Surbo