Pubblicato in: Gio, Nov 26th, 2015

Isis, Parigi, Terrore… E i bambini stanno a guardare

ESPERIENZE/“MAESTRA, MA I TERRORISTI DA NOI NON VERRANNO, VERO?”

Alcune volte essere educatore non è facile, anzi in certe circostanze ci si sente inadeguati e impotenti. A me è capitato di essere colta dal panico quando, il lunedì successivo all’attacco terroristico in Francia del 13 novembre, mi sono ritrovata in classe con l’ingrato compito di discutere, aprire confronti “senza far passare paura e al­larmismi” come la nostra Dirigente ci aveva raccomandato di fare. Ad ascoltarmi c’era una platea di ventiquattro bambini di quinta, molto vispi, da sempre sensibili agli avvenimenti sociali. Sono stati loro a venirmi in aiuto: tutti volevano parlare, ognuno aveva qual­che cosa da dire, da raccontare. Le parole sono nate da sole, siamo passati all’informazione. I giornali on line ci sono stati molto utili (i messaggi del web sono più incisivi ed immediati), con il cartaceo i bambini si sono meglio cimentati. Hanno selezionato articoli da diversi quotidiani e prodotto un cartellone. Il problema continuava a persistere: come spiegare loro perché più di cento persone inno­centi avevano perso la vita e oltre duecento erano rimaste ferite? Il mio disagio è diventato immenso quando un’alunna mi ha chiesto: “Maestra, ma da noi i terroristi non verranno vero?”. Ho ravvisato nelle sue parole un’angoscia senza fine e, nello stesso tempo, il de­siderio di essere rassicurata. Ho dovuto dirle che, purtroppo, siamo tutti in pericolo.

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Quando l’ho vista un po’ disorientata ho avvertito un nodo in gola. Ho letto alla scolaresca un dialogo immaginario in cui una madre, anche lei senza una plausibile spiegazione, proprio come me, cercava di rassicurare il proprio figlio dicendogli che insieme potevano rendere il mondo più bello. Abbracciandosi forte sarebbero stati in grado di sconfiggere la paura, grazie all’unica forza capace di smuovere anche le montagne: l’amore. Questo è stato l’input che ha portato alla produzione di disegni che i bambini hanno arricchito con frasi di solidarietà verso i francesi e colo­rando, con i colori della loro bandiera, lo slogan: “Insieme contro l’odio e la violenza!”. Nella fase successiva si chiedeva ai bambini di scrivere come potevano difendere, nel loro piccolo, la pace nel mondo. In uno si legge: “Non si tratta di stabilire chi rappresenti una minaccia o quale luogo evitare di frequentare; si tratta di difendere la nostra libertà a tutti i costi, altrimenti significherebbe che il terrorismo ha vinto. Se vogliamo sperare in un futuro migliore, tutti dobbiamo impegnarci affinchè il bene vinca sul male, la pace sulla guerra e l’amore sull’odio, sul fanatismo, sul razzismo e sull’intolleranza”. 

Daniela De Pascalis

Docente di Scuola Primaria – Classe V -Istituto Comprensivo Statale “E. Springer” Surbo

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