Pubblicato in: Gio, Nov 12th, 2015

LA CHIESA DI LECCE IN FESTA NELLA CASA DELLA COMUNIONE

L’ARCIVESCOVO INDICA NELLE OPERE CORPORALI E SPIRITUALI I GESTI CHE RENDONO BELLA LA VITA CRISTIANA… 

NELLA MISERICORDIA  SI MANIFESTA LA BELLEZZA DI DIO 

La nostra formazione cristiana è stata modella­ta prevalentemente sulla dimensione etica, morale. I comandamenti rimangono la strada maestra per suggerire una condotta di vita. È prevalso il senso del dovere, della legge, del “bisogna fare così, anche se è faticoso”. Spesso il sacrificio ha accompagnato il nostro impe­gno verso il bene. Non c’è alcuna anomalia in tutto ciò. Resta il fatto che la via della bellez­za, la dimensione estetica della vita cristiana rimane per la gran parte dei credenti una via ancora scono­sciuta, non praticata. Anzi, c’è da aggiungere che spesso il bello è confuso con il piacere fu­tile. Il bello come sinonimo di mon­danità. Nel migliore delle ipotesi il bello entra nella sfera religiosa solo come dimensione artistica (la poesia religiosa, la musica sacra, la pittura, la scultura di soggetti sacri, ecc.). Riesce veramente difficile vedere il bello come un modo di vivere la fede cristiana. L’Anno della Misericordia, indet­to da Papa Francesco, mi piace vederlo come il lancio dell’estetica della vita cristiana, la misericordia come il capolavoro che il cristiano produce, in quanto artista sotto ispirazione della stessa misericordia divina.

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Nell’omelia della celebrazione in occasione della dedicazione della cattedrale di Lecce, il 6 novembre scorso, l’arcivescovo ha ripetuta­mente citato S. Agostino, nel rap­porto fra il tempio fatto di pietre e il tempio fatto da credenti. Nel pensie­ro del Vescovo d’Ippona, la bellezza del tempio di pietre è di gran lunga superata dalla bellezza del tempio fatto di pietre vive, sottoposte alla levigazione e alla squadratura della intensa formazione cristiana. L’anno della Misericordia dovrà mettere in risalto questa bellezza. In questo senso vanno le insistenti raccomandazioni dell‘arcivescovo nella sua lettera pastorale: Contem­plare il mistero della misericordia. È come se egli indicasse nelle opere di misericordia corporale e spirituale i gesti che rendono “bel­la” la vita cristiana. Ogni gesto d’amore e di misericor­dia non è altro che la immediata manifestazione della Bellezza suprema che contempliamo in Gesù crocifisso. È nell’amore supremo che è possibile contemplare la bellezza suprema. Le opere di misericordia corporale e spirituale, indicate da Papa Fran­cesco e dall’arcivescovo come la concretizzazione della misericordia praticata dai cristiani, scaturiscono non da mero sforzo umano ma piut­tosto dalla contemplazione orante del Crocifisso, il volto del deforme divenuto il volto del più bello dei figli dell’uomo.

Luigi Manca

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